Strauss-Kahn, Ue: “nuovo direttore Fmi deve essere europeo”, proposti Lagarde e Ackermann

Pubblicato il 18 Maggio 2011 - 12:59 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – L’accusa di violenze sessuali nei confronti di una cameriera pesa sulla testa di Dominique Strauss-Kahn, direttore del Fondo Monetario Internazionale, FMI, e mentre il francese è rinchiuso nel carcere di Rikers Island a New York il fondo ha seriamente messo in dubbio la sua capacità di continuare nella direzione del Fmi e ne chiede le dimissioni, tanto da aver già fatto i nomi dei possibili candidati a prendere il suo posto. Mentre l’Europa, che attraversa un delicato periodo di crisi economica, sostiene che alla direzione debba necessariamente andare un altro europeo, paesi come Turchia, Brasile e Cina non hanno perso tempo nell’avanzare le proprie candidature, al contrario degli Usa, dove il presidente Barak Obama non ha effettuato dichiarazioni su quanto avvenuto.

William Murray, portavoce di Fmi, ha spiegato come “le immunità sono limitate e non applicabili a questo caso”, e sebbene il consiglio di 24 membri abbia il potere di deliberare contro Strauss-Kahn ed estrometterlo dalla direzione del fondo, è preferibile che sia lui stesso a rassegnare le proprie dimissioni, come ha dichiarato il ministro delle finanze austriaco Maria Fekter al meeting europeo dei ministri delle finanze a Bruxelle: “considerata la situazione, di negazione della libertà su cauzione, deve dimettersi egli stesso, poiché sta danneggiando l’istituzione”.

Il ministro delle finanza tedesco Wolfgang Schaeuble ha invece dichiarato: “nessuno sa cosa sia effettivamente successo, e nella cultura occidentale vale il principio di innocenza fino ha prova contraria. I reali o supposti eventi consumati nell’hotel di New York non hanno nulla a che fare con la corrente crisi europea”, sottolineandola velocità con cui il fondo si sia mosso per chiedere le dimissioni di Strauss -Kahn. Diverso è l’atteggiamento del cancelliere Angela Merkel, che non ha perso tempo a promuovere la candidatura di un tedesco alla direzione di Fmi, sostenendo che “sappiamo che al momento i paesi in via di sviluppo hanno diritto ad un posto nel Fmi e nella Banca Mondiale – ed ha aggiunto – . Ma penso che considerata l’attuale situazione, in cui si discute molto sull’euro, l’europa è in grado di offrire il candidato migliore”.

Dello stesso parere anche Michael Noonan, ministro delle finanze irlandese, che ha osservato come un europeo “comprenderebbe al meglio la condizione attuale, rispetto ad qualcuno che giunge da un altro paese nel mondo”. Tra i candidati alla direzione del fondo c’è il ministro delle finanze francese Christine Lagarde, la cui candidatura è appoggiata anche dal ministro delle finanze spagnolo Elena Salgado, mentre la Germania punta su Josef Ackermann, amministratore delegato di Deutsche Bank.

Le dichiarazioni dei ministri europei adducono alla crisi che in questo momento la zona euro sta vivendo la necessità di eleggere un direttore europeo del fondo, qualcuno che conosca il problema e che sappia agire dall’interno di una difficile situazione, direttore che altrimenti sarebbe scelto secondo criteri di competenza e merito e proprio su questo riflette l’economista e ricercatore del Bruegel Nicolas Veron quando osserva: “chi propose durante gli anni della crisi in Asia – si riferisce alla crisi degli anni Novanta – che l’Fmi fosse guidato da un indonesiano? Nessuno. Certamente non l’Europa”.