Successo asta Btp (5/10 anni): prima fiducia a Letta dai mercati

Pubblicato il 29 Aprile 2013 - 12:16 OLTRE 6 MESI FA
Successo asta Btp (5/10 anni): prima fiducia a Letta dai mercati

ROMA – Successo asta Btp (5/10 anni): prima fiducia a Letta dai mercati. Non ha ancora incassato la fiducia del Parlamento ma quella dei mercati sì: il governo Letta era atteso stamattina al vero primo test, l’asta sui titoli di Stato a 5 e 10 anni. Test superato a pieni voti, segno che per gli investitori internazionali la turbolenza politica italiana ha trovato uno sbocco accettabile.

Il Tesoro ha venduto tutti i 6 miliardi di Btp a 5 e 10 anni, con tassi ai minimi da ottobre 2010. Il rendimento medio del decennale (quinta tranche) è sceso al 3,94 dal 4,66% di marzo e quello del quinquennale (terza tranche) al 2,84% dal 3,65% precedente. La domanda ha raggiunto in totale gli 8,35 miliardi di euro. Lo spread è rimasto stabile subito dopo l’asta: il differenziale fra il Bund tedesco e il nostro decennale è a quota 274 punti confermando così l’andamento della prima parte della mattinata.

Una iniezione di fiducia che però non deve ingannare sulla persistenza di rischi e gravi criticità nella dinamica dei conti italiani e sulla percezione che della situazione hanno all’estero. L’agenzia di valutazione Moody’s, pur confermando il rating “Baa2” per l’Italia, ha tagliato drasticamente le stime sul Pil 2013 e ora prevede una contrazione dell’1,8% a fronte dell’1% precedentemente stimato.

Ma soprattutto ha messo in guardia dal rischio di naufragio delle riforme economiche necessarie per rimettere in moto il Paese, qualora il nuovo governo si rivelasse “senza un chiaro mandato e un solido consenso”. Perplessità condivise anche dagli economisti di Morgan Stanley che in una ricerca dal titolo più che eloquente, “L’Italia e il baratro politico” rimarca come persistano dubbi sulla capacità di mettere mano a riforme di ampio respiro.

Se viene riconosciuto che l’incarico a Letta rappresenta “uno sviluppo positivo” capace di aprire una fase di maggiore stabilità politica, Morgan Stanley vede “ancora molta incertezza” e si chiede se, “data la frammentazione in Parlamento”, riuscirà ad emergere un “supporto sufficiente” per il varo di riforme profonde.

“Hanno formato un governo con due fazioni che si sono sempre combattute aspramente”, spiega Nicola Marinelli, gestore di fondi a Londra per Glendevon King Asset, ma “il governo può durare a lungo se non c’è pressione dai mercati e non perdono tempo”.

E’ questo insomma il requisito che il mercato giudica necessario per continuare a dare fiducia all’Italia: il nuovo governo deve prima di tutto dimostrare di avere la forza per avviare un rapido processo di rinnovamento e riforme strutturali, altrimenti “c’è il forte rischio che l’Italia possa perdere l’accesso ai mercati privati del debito” avverte ancora Moody’s, secondo la quale il governo potrebbe essere costretto a chiedere il salvataggio internazionale.

Finora sul mercato ha prevalso un certo ottimismo per il superamento dell’impasse politica, come dimostra il raffreddamento dello spread tra Btp e Bund (sotto quota 290) e soprattutto la marcata discesa dei tassi di interesse pagati dal Tesoro. Il rendimento del Btp decennale viaggia attorno al 4% dopo aver toccato in settimana i minimi da due anni e mezzo al 3,90%. Certo, a giocare a favore del debito italiano è in buona parte l’ondata di liquidità che si è riversata sui mercati grazie alle politiche ultra espansive delle banche centrali.