Tagli alla spesa, i margini sono pochi: lunedì 30 l’esame del Governo

Pubblicato il 28 Aprile 2012 - 16:04 OLTRE 6 MESI FA

Piero Giarda (LaPresse)

ROMA – La “spending review” del ministro per i Rapporti con il Parlamento Piero Giarda, scrive oggi 27 marzo Mario Sensini sul Corriere, è quasi pronta. A quanto sembra però, questo primo rapporto tecnico che mostra l’andamento della spesa delle amministrazioni centrali  dello Stato e delle sue criticità, non sembrerebbe indicare soluzioni né un0’esatta quantificazione dei risparmi possibili.

In queste ore saranno messi a punto gli ultimi capitoli e lunedì sarà sul tavolo del Consiglio dei ministri al quale spetterà la sintesi politica, spiega Sensini. Cosa e quanto tagliare appare essere una decisione difficilissima.

Il rapporto Giarda, come ha detto lo stesso ministro in un’intervista qualche settimana fa, non lascia grandi margini d’intervento sullo stock della spesa pubblica. I risparmi praticabili da qui al 2013 potranno servire a garantire l’obiettivo del pareggio di bilancio, cioè a compensare l’eventuale mancata realizzazione dei tagli di spesa previsti negli anni passati.

Al massimo, spiega il giornalista del Corriere, si riuscirà a ridurre la portata gli aumenti dell’Iva già in programma tra la fine di quest’anno e l’inizio del prossimo. Tutto il resto dipende infatti solo dalla volontà politica.

La possibilità di tagliare la spesa pubblica ben più a fondo c’è sempre, ma per farlo e trovare così nuove risorse da destinare al calo delle tasse o al finanziamento della crescita economica, bisognerà mettere in conto, sottolinea il rapporto di Giarda, la cancellazione di alcuni servizi. Bisognerà ridefinire il perimetro delle attività dello Stato, e privatizzare quello che non si intende più finanziare. Un’operazione difficilissima che ha comunque pochi margini, perché i servizi pubblici sono già ridotti al minimo e malfunzionanti, e un costo politico elevatissimo.

Per questo la discussione che inizierà lunedì 30 aprile in Consiglio dei ministri sarà decisiva. Bisogna vedere se il governo Monti vorrà spingersi fino alla ridefinizione dei ruoli dello Stato o se invece, considerato l’orizzonte temporale del suo impegno, preferirà non ipotecare certe scelte che possono essere considerate prettamente politiche.

In ogni caso si stabilirà un metodo preciso di analisi della spesa pubblica, con lo scopo di misurarne l’efficacia in base a precisi indicatori, e già questo sarebbe un grosso avanzamento rispetto ad oggi, dove i mille rivoli della spesa corrono incontrollati tra le pieghe più recondite del bilancio.

Al di là del metodo, il primo rapporto del ministro Giarda si sofferma in particolare sulla spesa dell’amministrazione centrale dello Stato, quindi essenzialmente quella dei ministeri, dove i nuclei di valutazione della spesa lavorano già da oltre un anno.  Per ciascun ministero sono già state individuate le criticità specifiche, come il ritardato pagamento dei debiti verso le imprese fornitrici. Una sola cosa appare certa: chi si aspetta che grazie alla “spending review” emerga un tesoretto, si sbaglia di grosso.