ROMA – Al Nord si pagano le tasse comunali più alte, e a Milano si pagano più che a Roma. Sono questi i risultati dello studio condotto dall’Ifel (centro studi dell’Anci) e pubblicato sul Corriere della Sera, sull’Irpef pagata dai residenti di tutti i Comuni italiani. I Comuni che pagano più tasse, in proporzione ai cittadini, sono tutti lombardi: Basiglio (Milano), Campione d’Italia (Como), Cusago (Milano). Sono questi tre paesi a occupare il podio della classifica dell’Irpef procapite pagata: i residenti di questi centri versano ogni anno, rispettivamente, 9.774 euro, 9.686 euro e 7.967 euro.
Tra i capoluoghi di provincia, svetta Milano (6.357 euro di Irpef versate ogni anno), che precede Bergamo (5.202), Monza (5.172) e Pavia (5.065). Roma è decima, con 4.350 euro annuali pagati da ciascun residente. I romani pagano più dei bolzanini e di abitanti di altre città che Sergio Rizzo, sul Corriere, ha definito del “Nord produttivo”: Mantova (4.262), Lecco (4.235), Lodi (4.223). Ma anche Modena (4.176), Brescia (4.131), Como (4.003), Piacenza (3.862), Sondrio (3.842), Verona (3.810) oppure Cremona (3.764).
Al Sud il volume dei soldi versati allo Stato diminuisce sensibilmente: non a caso i capoluoghi di provincia in cui si paga meno Irpef sono Andria (1.081 euro annui), Barletta (1.268), Lamezia Terme (1.487), Sanluri (1.544).
Rizzo fa notare un’altra anomalia meridionale: la notevole differenza tra le tasse pagate a Caserta (3.100 euro all’anno) e i paesi della provincia casertana, dove abbonda il lavoro nero (soprattutto quello legato alla raccolta di pomodori): “A Marcianise l’Irpef procapite è di 1.295 euro. A Castel Volturno, 958. A Villa Literno, appena 706. Per non parlare di Casal di Principe, paese della sanguinaria cosca camorrista dei casalesi, dove orribili palazzine spuntano come i funghi e ogni abitante paga ancor meno: 688 euro”.