Tasse non le alziamo. Perché si può credere a Draghi, per un annetto…e mezzo

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 24 Settembre 2021 - 09:20 OLTRE 6 MESI FA
Tasse non le alziamo. Perché si può credere a Draghi, per un annetto...e mezzo

Tasse non le alziamo. Perché si può credere a Draghi, per un annetto…e mezzo FOTO ANSA

Mario Draghi, con una certa solennità e scioltezza: “Questo governo non ha intenzione di alzare le tasse” e quindi la ripetuta notazione “ora è il momento di dare e non di prendere”. Ci si può credere che non alzano le tasse? Sì, a condizione di fare attenzione e calibro sulla parolina “ora”.

Nella grammatica dell’economia

C’è scritto come regola base che, se stai cercando incremento del Pil e cioè aumento della ricchezza prodotta, le tasse non le devi aumentare. Altrimenti è come se facessi un inconsulto freno e acceleratore contemporaneamente. Se ti va bene non finisci fuori strada (ma è probabile) però perdi velocità e tempo e non arrivi dove volevi arrivare. Peggio: consumi abbastanza inutilmente la benzina (i miliardi che le banche centrali stanno riversando sulle economie). Quindi la risposta è sì: si può credere a Draghi che dice che il suo governo non ha in testa di alzare le tasse. Qui e soprattutto ora.

Quando il Pil…

Ma se e quando il Pil italiano avrà recuperato tutto il perduto (più del 9%) nel 2020, se e quando quel che viene chiamata crescita dovesse viaggiare a ritmi superiori al cronico (indipendentemente dal Covid) zero virgola qualcosa che era la velocità (si fa per dire) di crociera italiana, se e quando…Allora, anche allora niente aumento di tasse? Lo stesso breviario di grammatica dell’economia dice che in quelle condizioni, se mai saranno, e in presenza di un conclamato e monumentale debito pubblico che è cosa sicura le tasse si possono toccare e alzare. Non dovunque, non comunque.

Ma in Italia alzare le tasse sulla proprietà e la rendita e forse anche sul consumo abbassandole sul lavoro e sul reddito da impresa è cosa che diventa possibile se non auspicabile. A Pil recuperato e marciante tra 1 e 2 per cento di incremento 2022 su 2021 e altrettanto 2023 su 2022 la promessa di non alzare le tasse diventa roba elettorale.

Quindi, appuntamento al 2023

Nel 2023 se tutto va bene e se tutto è andato bene prima le tasse potrebbero alzarsi e il giuramento di non toccarle sarebbe da non fidarsi. Se tutto va bene e se tutto è andato bene e non è un paradosso legare una modifica del carico fiscale ad andamento buono pregresso dell’economia. Ma nel 2023 in Italia si vota e quando si vota non si alzano tasse. Sta scritto nella grammatica della politica. Quindi dopo le elezioni, casomai. Insomma per un annetto e mezzo niente aumenti di tasse. Poi…