Telecom: pienone di fondi in assemblea, la lotta per il nuovo cda

Pubblicato il 11 Aprile 2011 - 19:43 OLTRE 6 MESI FA

Gabriele Galateri, presidente uscente (foto LaPresse)

MILANO – L’ultima assemblea di Gabriele Galateri come presidente di Telecom sarà ricordata anche per l’affluenza record. E i numeri lasciano spazio a possibili sorprese nel voto per la composizione del nuovo Cda. Gli azionisti hanno tempo fino all’apertura dell’assise, fissata per martedì 12 aprile  alle 10 a Rozzano, per registrarsi e, secondo le prime stime, si sarebbe già  ‘prenotata’ circa la metà del capitale.

Ci saranno i soci di Telco con il 22,5%, ci sarà la Findim di Marco Fossati con il 5%, e i fondi che dovrebbero essere riusciti a coagulare circa il 20% degli investitori istituzionali. La Banca d’Italia dovrebbe avere circa l’1%, mentre Asati, l’associazione dei piccoli azionisti Telecom, avrebbe raggiunto lo 0,57 per cento.

”Era dal lontano 1999, epoca dell’opa di Colannino, che gli azionisti di Telecom Italia prima dell’assemblea non depositavano più del 51% delle azioni ordinarie. Servirà ad avere una platea più rappresentativa dei 500.000 azionisti di Telecom Italia?”, è la domanda retorica che pone in una nota Franco Lombardi, presidente dell’Asati, secondo il quale il motivo dell’alta affluenza sarebbe legato alle richieste che sia l’associazione dei piccoli soci qualche mese fa, sia Fossati la scorsa settimana avrebbero rivolto a Telco di consolidare nel proprio bilancio la partecipazione.

L’imprenditore di base a Lugano sostiene l’esistenza di un controllo di Telco su Telecom, acclarato dal fatto che per tre assemblee la holding che raccoglie Mediobanca, Generali, Intesa Sanpaolo e Telefonica si è trovata ad avere più del 50% dei consensi. L’ampia affluenza dei fondi può  evitare questa situazione e lascia aperti fino all’ultimo i giochi sul rinnovo del cda.

Al voto di martedì si presentano tre liste. I soci di Telco non temono di aver difficoltà ad eleggere in assemblea la lista di maggioranza mentre Fossati (che presenta Gianemilio Osculati, Paolo Dal Pino, e Carlos de Lucena Vasconcelos Cruz) potrebbe rischiare di non avere nemmeno un rappresentante. Assogestioni (con Luigi Zingales, Ferdinando Beccalli Falco e Francesco Profumo come candidati) punta infatti ad aumentare il numero dei suoi rappresentanti ed è possibile che, ottenendo fino al 18% dei voti, per il meccanismo previsto nello statuto Telecom sul voto di lista si aggiudichi tutti e tre i posti su 15 riservati alle minoranze.

Tra gli scenari immaginati dagli osservatori c’è anche quello in cui Fossati potrebbe decidere di appoggiare la lista di Assogestioni che diventerebbe di fatto maggioritaria e avrebbe diritto a 12 consiglieri. Viceversa a Telco spetterebbero in questo caso solo tre posti (in ordine Cesar Alierta, Tarak Ben Ammar e Franco Bernabè, l’attuale a.d destinato a diventare presidente) con Marco Patuano, indicato nella nuova governance come amministratore delegato, che paradossalmente rimarrebbe fuori.

Avendo i fondi indicato solo tre nomi, per assegnare gli altri nove posti non sarebbe più possibile fare voti di lista ma si potrebbe procedere secondo il metodo tradizionale con l’elezione diretta, votando nominativo per nominativo.