ROMA – Telecom: Telco può sciogliersi, via libera a Vivendi. Telco addio. L’ultimo tassello è andato a posto, l’antitrust argentino ha dato il via libera allo scioglimento della holding che controlla il 22,44% di Telecom e le quote potranno rientrare nelle disponibilità dei grandi soci italiani, Generali, Intesa Sanpaolo e Mediobanca e di Telefonica. E Vivendi si fa più vicina, pronta a diventarne azionista stabile di lungo periodo.
Il patto parasociale, era stato prorogato fino al 30 giugno o, se anteriore, sino alla data di efficacia della scissione. Il progetto di scissione approvato a suo tempo dal board di Telco prevede che siano assegnate a quattro newco, interamente controllate da ciascuno dei quattro azionisti, della quota di competenza della partecipazione, pari al 22,4%, detenuta dalla holding in Telecom. Il 14,77% andrà alla società di nuova costituzione controllata da Telefonica, il 4,32% a quella del gruppo Generali e l’1,64% ciascuna alle newco di Intesa e Mediobanca.
Tutti i soci hanno già messo la loro quota tra le partecipazioni non strategiche, dichiarando l’intenzione di disimpegnarsi e per gli spagnoli le azioni saranno ‘merce di scambio’ con Vivendi per chiudere l’operazione di acquisto della brasiliana Gvt. L’uscita dall’Italia di Telefonica si affianca al rafforzamento del gruppo spagnolo nel mercato delle telecomunicazioni verde-oro passa attraverso un accordo da 7,2 miliardi. Telefonica cederà 1.110 milioni di azioni ordinarie pari all’8,3% del capitale votante e al 5,7% del capitale sociale complessivo in cambio del 4,5 % del capitale di Vivendi nella società risultante dalla integrazione tra Telefonica Brasil e Gvt.
“Non abbiamo ancora deciso cosa fare di queste azioni – ha detto – lo vedremo al momento opportuno” ha detto recentemente il direttore finanziario di Generali Alberto Minali precisando che dopo la scissione “faremo una valutazione complessiva di esposizione nel settore delle telecomunicazione e una valutazione specifica dell’asset. L’amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel invece aveva previsto di vendere la partecipazione entro giugno, entro un paio di settimane, rispettati i tempi tecnici, la scissione dovrebbe peraltro essere efficace.
E si affaccia invece Vincent Bollorè che nelle prossime settimane si assicurerà contatti con le autorità per ribadire la strategia di Vivendi che, come ha già detto, è quella di proporsi come azionista di lungo periodo, contando su forti sinergie industriali. La porta è aperta, “rifiutiamo la logica che gli investimenti stranieri in Telecom siano pericolosi: chiunque porta capitali e competenze contribuisce a fare del nostro gruppo un gruppo più forte.