Tiscali, la vendita del ramo inglese/ Hugo Dixon va giù duro: un prezzo stracciato

Pubblicato il 9 Maggio 2009 - 18:44| Aggiornato il 10 Maggio 2009 OLTRE 6 MESI FA

Tiscali il giorno dopo, con il severo giudizio di “Breaking views” di Hugo Dixon, riportato da Dagospia.com.

L’articolo di Dixon comincia così: Con Carphone Warehouse si conclude la poco esaltante iniziativa di Renato Soru per la vendita di Tiscali SpA. Dodici mesi dopo la messa in vendita dell’operatore italiano di reti a banda larga, Carphone ha accettato di versare 255 milioni di sterline per gli asset inglesi, che rappresentano la fetta più cospicua delle attività di Tiscali. Si tratta di fatto di una svendita. Il gruppo italiano ha sospeso il pagamento degli interessi su un debito netto di 535 milioni di sterline e i revisori si sono rifiutati di approvare il bilancio per il 2008.

 
La tecnica di vendita poco ortodossa di Tiscali – e l’ottimismo di Soru sul valore della società – sono costati cari. Invece di indire un’asta convenzionale, Tiscali ha corteggiato gli offerenti uno per uno. Tre mesi di trattative in esclusiva con BSkyB si sono conclusi per il mancato accordo sul prezzo. All’epoca, però, si parlava di 450 milioni di sterline. Alla fine, Tiscali si è ritrovata con pochi candidati e un prezzo stracciato.

Più generoso era stato il sito Affaritaliani.it che aveva scritto di “un valore tutto sommato “fair”, visto che se le attività britanniche sono state valorizzate circa 0,47 volte il fatturato e 3,8 volte l’Ebitda i resti del sogno di Renato Soru (che da parte sua si è impegnato a sottoscrivere “in parte” la ricapitalizzazione da 210 milioni di euro interamente garantita dalle banche creditrici) dovrebbero valere tra 260 e 290 milioni di euro, ovvero tra 0,42 e 0,47 euro per azione”.

Ma già nei giorni precedenti, il punto informatico.it aveva previsto la débacle: “Si tratta per il ramo UK di Tiscali, ma si tratta al ribasso: rispetto ai 500 milioni e passa di sterline, la valutazione di un anno fa delle attività d’oltremanica dell’azienda sarda, ora si parla di cifre inferiori, più che dimezzate, vicine ai 250 milioni di euro. In ogni caso, la cessione del pacchetto garantirebbe all’azienda di Renato Soru quello spazio di manovra che occorre per rimettere in carreggiata l’attività: la decisione al riguardo potrebbe arrivare già entro la fine della settimana”.