Trenitalia, 5 arresti per tangenti e appalti pilotati. Spunta il nome del cardinale Sepe

Pubblicato il 6 Luglio 2010 - 08:03 OLTRE 6 MESI FA

Un’organizzazione finalizzata a ”pilotare in modo sistematico e seriale” gli appalti riguardanti Trenitalia spa in cambio di tangenti: questa l’accusa che i magistrati della Procura di Napoli muovono a carico di cinque persone – due ex dirigenti della società, licenziati di recente, e tre imprenditori – arrestate dalla Guardia di Finanza.

Ma non mancano le sorprese: dalle intercettazioni spunta anche il nome dell’arcivescovo di Napoli Crescenzio Sepe, già coinvolto nell’inchiesta Grandi Eventi sulla vicenda della case di Propaganda Fide.  Il cardinale è solo citato in una intercettazione e non è in alcun modo coinvolto nelle accuse (a differenza dell’inchiesta di Perugia sui grandi appalti dove e’ indagato per corruzione) ma soltanto chiamato in causa da alcuni degli arrestati. Vengono tirati in ballo anche alcuni politici, sempre nel corso di intercettazioni. Come Clemente Carta dell’Udc, definito da uno degli arrestati, Giovanni De Luca, “un impiccione politico”.

Le persone nei confronti delle quali il gip di Napoli ha disposto la custodia in carcere sono Raffaele Arena, ex dirigente responsabile del servizio manutentivo di Trenitalia, e Fiorenzo Carassai, ex responsabile di una sezione di manutenzione della società, e gli imprenditori napoletani Giovanni e Antonio De Luca, titolari della società ‘Fd Costruzioni’, impresa al centro dell’inchiesta.

Raffaele Arena e Fiorenzo Carassai erano già stati licenziati dalla società del gruppo Ferrovie dello Stato. In particolare, al termine di indagini interne, Trenitalia aveva licenziato Arena, mentre Carassai, dopo il licenziamento per motivi disciplinari, ha stipulato un accordo per la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro. Questo, secondo il gip, non ha impedito, neppure in tempi recenti, che i due interferissero su gare e commesse attraverso la complicità di ex colleghi. In particolare le indagini hanno dimostrato che Carassai fosse in grado, anche dopo essere uscito dall’azienda, di poter pilotare gli appalti in favore dei De Luca, grazie alle sue entrature in Trenitalia.

Arresti domiciliari, invece, per Carmine D’Elia, ritenuto socio occulto di Arena. Il gip ha anche disposto il sequestro di alcune aziende, ora in corso da parte della Guardia di Finanza: oltre alla ‘Fd Costruzioni’ di Napoli, il Pastificio artigianale Leonardo Carassai srl di Campofilone (Fermo), la Mavis srl e la Amg srl, entrambe di Nola (Napoli).

Secondo l’accusa, i due ex dirigenti di Trenitalia, gli imprenditori arrestati e diversi altri indagati avrebbero dato vita ad una organizzazione per delinquere che aveva manipolato ed egemonizzato il mercato degli appalti ferroviari, che venivano affidati ad un cartello di ”imprese amiche” in cambio del pagamento di tangenti. I provvedimenti sono stati disposti dal gip di Napoli Luigi Giordano, su richiesta dei pm Henry John Woodcock e Francesco Curcio. un sistema che, spiega il gip nell’ordinanza, sarebbe diffuso, e non circoscritto alla sola città di Napoli. ”Dagli spunti che sono affiorati nel corso delle investigazioni – riferisce il documento del giudice – sembra che il gruppo Arena-De Luca-Carassai sia solo uno tra quelli che operano in modo illecito nel settore delle commesse ferroviarie”.

Gli appalti illecitamente affidati, relativi alla manutenzione di carrozze e locomotori, ammontano ad oltre 10 milioni di euro e, in alcuni casi, e’ emerso che erano stati affidati con trattative private dirette e singole, in modo irregolare, a imprese riconducibili a parenti di uno dei dirigenti della società pubblica.

Le ipotesi di reato sono l’associazione per delinquere finalizzata alla turbata libertà degli incanti, corruzione, riciclaggio e reimpiego dei proventi illeciti in attività economiche, mentre il valore delle aziende ammonta a circa sei milioni di euro.

Trenitalia ha inoltre annunciato che si costituirà parte civile nel processo di Napoli. In una nota l’azienda spiega ”che da questa attività è stata pesantemente danneggiata e si costituirà parte civile in qualità di persona offesa per tutelare tutti i propri interessi anche al fine di ottenere il risarcimento dei danni subiti”.