Turismo: fiumi veneti, la signora Brenta dal corso inquieto

Pubblicato il 7 Maggio 2010 - 19:56 OLTRE 6 MESI FA

Sono due le scuole di pensiero che accompagnano la trattazione di questo fiume. Si dice il Brenta o la Brenta? Non è questione di lana caprina perché sembra che sul tema sia in corso da secoli l’ennesima sfida con il Trentino.

Qui il fiume viene inconfondibilmente declinato al maschile, in Veneto si è più propensi a battezzarla al femminile tanto che una alluvione provocata dal corso d’acqua si definisce Brentana. E come non bastasse per i veneti la Brenta è il nome che affettuosamente indica la sua dolcezza, ma anche un segno di rispetto e di timore. Mentre rimane irrisolto l’aspetto anagrafico di questo corso d’acqua che nasce dai laghi di Levico e Caldonazzo resta intatto il suo fascino lungo tutto il percorso che attraversa le province di Trento, Vicenza, Padova, Venezia e sfocia, dopo 175 chilometri, in località Brondolo di Chioggia.

È comunque un fiume inquieto: in età romana e preromana passava per Padova e le ricerche satellitari hanno permesso di individuare le antiche anse fossili una decina di chilometri più a ovest dell’attuale corso. Dalla zona di passaggio tra l’alta pianura e la pianura alluvionale (zona delle risorgive, circa all’altezza dell’attuale San Pietro in Gù) il fiume si dirigeva decisamente verso l’attuale Camisano Vicentino, per compiere un’ampia curva, scandita da una infinita serie di meandri in continua evoluzione, tra Grisignano di Zocco e Rubano per dirigersi al centro storico di Patavium.

Proprio nella più importante ed adatta delle anse sorse la città, all’incirca dove si trova ora piazza Antenore vi era il porto fluviale. Il fiume ha sempre giocato un ruolo fondamentale nella storia dei trasporti pubblici e un capitolo interessante tocca alla Riviera del Brenta le cui acque tranquille hanno agevolato la nascita di uno dei primi servizi, quello del Burchiello. Questa barca coperta che nel ‘700 trasportava i viaggiatori piu’ diversi tra Padova e Venezia era trainata da un tiro di cavalli dall’argine e due battellieri la governavano col timone e il remo lungo il Burchiello trasportava mandrie di vacche e bovari, pescatori e burchiellate di merci, che oggi hanno lasciato il posto a migliaia di turisti. prima di aprirsi dolcemente alla pianura la Brenta ha un passato turbolento da difendere: lassù in Valsugana dove due suoi importanti affluenti, i due brevissimi fiumi emissari del lago del Subiolo e delle Grotte di Oliero a Valstagna.

Si tratta dello sbocco di due imponenti sifoni dell’apparato carsico dell’Altopiano di Asiago. La loro portata è abbastanza costante, ma aumenta nei periodi primaverili di disgelo in quota. Si tratta di due fiumi a tutti gli effetti, e probabilmente dei due fiumi più brevi al mondo, essendo lunghi, si fa per dire, meno di cento metri. Le loro acque concorrono a vivacizzare il corso d’acqua che proprio tra quei massi si fa impetuoso tanto da permettere a frotte di appassionati canoisti di sfidarsi in competizioni internazionali.