Crisi, l’Ue concorda sul meccanismo salva-Stati

Pubblicato il 16 Dicembre 2010 - 19:48 OLTRE 6 MESI FA

I leader europei hanno raggiunto un’intesa sulle modifiche ”limitate” da apportare al trattato di Lisbona che consentono la creazione di un fondo salva-Stati permanente. Lo riferiscono fonti europee. L’assemblea europea ha chiesto alla Commissione Ue di presentare una proposta “praticabile” nel consiglio che dovrà dare il via libera al “meccanismo salva-Stati”.

In particolare l’europarlamento ha chiesto che anche i privati partecipino al salvataggio degli Stati e che il meccanismo sia applicato sulla base di condizioni rigorose che possano rilanciare la crescita senza pesare sulla fasce più deboli. Il meccanismo di stabilizzazione (Esm) dovrà essere proposto dalla Commissione, negoziato con il Consiglio e il Parlamento, ed essere conforme alle leggi sulla governance economica.

Soddisfatto il presidente della Commissione europea, José Manuel Durrao Barroso, secondo il quale decisioni positive sul “meccanismo salvastati” permanente e limitate modifiche ai Trattati sono il “segnale migliore” che i leader europei possono inviare con il Consiglio europeo convocato a Bruxelles.

“Mi aspetto decisioni molto importanti da questo Consiglio europeo su un meccanismo permanente per assicurare la stabilità dell’eurozona e limitati cambiamenti dei Trattati, ha aggiunto Barroso, sottolineando che queste sarebbero “il segnale migliore per mostrare l’assoluta determinazione da parte dei leader europei nell’affrontare la situazione e fare tutto il necessario per preservare la stabilità” finanziaria dell’area della moneta unica europea.

Sul tema dei debiti sovrani è intervenuto anche il Fondo monetario internazionale: la crisi non finirà mai se i Paesi europei non collaboreranno fra loro, ha chiarito Domenique Strauss-Kahn, presidente dell’Fmi, secondo cui l’Ue deve superare il tipo di “approccio frammentario” adottato per la crisi greca e irlandese e trovare una soluzione più ampia.

Secondo le fonti, le modifiche al trattato includono la richiesta di Berlino affinché venga precisato che l’utilizzo del fondo anti-crisi sia considerato “l’ultima ratio” da parte del Paese in difficoltà. Ogni decisione sugli aiuti dovrà inoltre essere sempre assunta con decisione unanime e sottoposta a “strette condizioni”. Le modifiche al trattato sono necessarie perché il testo attuale non autorizza che un Paese della zona dell’euro sull’orlo della bancarotta possa essere salvato dai partner. I leader le hanno però limitate allo stretto necessario (due frasi in tutto) per usare la procedura di modifica semplificata prevista dall’articolo 136 dello stesso trattato. Ciò allo scopo di consentire la nuova ratifica da parte degli stati membri attraverso la via parlamentare ed evitare così la strada troppo rischiosa del referendum popolare.

Secondo una tabella di marcia concordata tra i 27, le modifiche saranno formalizzate nel vertice Ue di marzo, dopo una consultazione – che comincerà già nei prossimi giorni – con la Commissione Ue, il Parlamento Ue e la Banca centrale europea. Dopo il vertice di primavera, potrà cominciare il processo di ratifica del nuovo trattato che dovrebbe concludersi entro il 31 dicembre 2012, in tempo utile per la trasformazione da temporaneo a permanente del fondo anti-crisi che, nel suo formato attuale, scade nel giugno del 2013.

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