Ue: “Deficit Italia sotto al 3%, ma Pil al ribasso e aumento disoccupazione”

Pubblicato il 3 Maggio 2013 - 11:45| Aggiornato il 7 Marzo 2023 OLTRE 6 MESI FA

BRUXELLES – Il deficit italiano per il 2013 si ferma al 2,9% e nel 2014 potrebbe scendere al 2.5%, secondo le stime della Commissione europea. Una buona notizia per l’Italia che si ferma sotto la soglia critica del 3%.  Se il deficit scende, la Commissione europea subito bacchetta su Pil e disoccupazione. La stima del Pil segna un nuovo ribasso dell’1,3% per il 2013 e dello 0,7% nel 2014. La disoccupazione invece è stimata all’11,8% nel 2013 e in crescita al 12,2% nel 2014.

Il deficit sotto 3% ”facilita” la chiusura della procedura per l’Italia ma resta ”soggetta agli impegni di consolidamento” e ”al dettaglio delle riforme” contenute nel programma di stabilità che Bruxelles si aspetta dal governo ”nelle prossime settimane”, avendo già avuto contatti col ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni.

La Commissione Ue parla chiaro: “Per l’Italia non ci sono segni di ripresa a breve e il Pil continua a contrarsi sulla base di persistente incertezza, continua difficoltà di accesso al credito e fiducia di imprese e consumatori ancora negativa”.

Peggiora ancora la disoccupazione in Italia. Questa, nelle nuove previsioni della Commissione Ue, raggiungerà quota 11,8% nel 2013 e sfonderà la soglia del 12%, arrivando al 12,2% nel 2014, contro rispettivamente l’11,6% e il 12% stimati a febbraio. Secondo Bruxelles, però è attesa una ”stabilizzazione” il prossimo anno.

Impennata del debito italiano che sale a 131,4% nel 2013 e a 132,2% nel 2014: la Commissione Ue rivede quindi al rialzo le stime di febbraio che lo davano al 128% per il 2013 e 127% nel 2014. A pesare, per 2,5 punti, è l’effetto del decreto per la restituzione dei debiti della Pubblica amministrazione. Solo la Grecia ha un debito più alto (175,2% per il 2013).

La Commissione Ue ha spiegato che la ripresa dell’attività economica “è troppo lenta per ridurre la disoccupazione” che per il 2013 e il 2014 nell’eurozona resta invariata rispetto alle vecchie stime, rispettivamente al 12,2% e 12,1%, perché “senza riforme, l’alta disoccupazione potrebbe mettere a rischio la coesione sociale”.