Ue preoccupata per Spagna e Portogallo: verso nuovo salva-Stati

Pubblicato il 23 Marzo 2012 - 20:14 OLTRE 6 MESI FA

BRUXELLES, 23 MAR – Torna a salire la tensione nell'Eurozona, con i timori su Spagna e Portogallo che diventano sempre piu' consistenti: gli spread tra bond iberici decennali e quelli tedeschi schizzano a 366, gli analisti cominciano temere un default e anche a Lisbona i Comuni travolti dai debiti parlano gia' di ''insolvenza''.

E l'Europa non e' ancora pronta a schierare le sue armi: sull'aumento del fondo salva-Stati, tema dell'Ecofin di Copenaghen della prossima settimana, le posizioni continuano ad essere molto distanti. Intanto Draghi, che molti analisti vedono come colui che per ora ha 'salvato' Spagna e Italia con la liquidita' Bce, avverte chi, come la Grecia, deve risanare i conti e quindi essere pronta a ''rinunciare al benessere'' per restare nell'Euro. RISCHIO SPAGNA. L'aumento degli spred, e i tassi in salita al 5,53%, sono la conseguenza dei timori dei mercati, che vedono sempre piu' probabile una ristrutturazione del debito spagnolo.

Economisti e analisti spiegano che l'economia spagnola ''e' messa peggio'' di quanto si possa pensare e per Willem Buiter, capo-economista di Citigroup, Madrid ''non ha mai corso un rischio di default cosi' alto''. Il problema e' che Madrid ha poco tempo per tagliare il suo deficit: nonostante la Ue le abbia concesso una revisione del target 2012 (dall'8,5% del 2011 deve scendere a 5,3% invece del 4,4% stabilito in precedenza), ha solo nove mesi per riportarlo al 3% pattuito per il 2013. Significa una manovra da 50-60 miliardi di euro entro l'anno, combattendo contro il lassismo di Regioni autonome e Comuni che sono i maggiori responsabili dell'aumento della spesa pubblica.

PORTOGALLO VEDE DEFAULT. A Lisbona la situazione e' sempre piu' critica: se la scorsa settimana c'era chi vedeva avvicinarsi un secondo salvataggio Ue, come accaduto per la Grecia, oggi Comuni e piccole municipalita' portoghesi vedono gia' il default, schiacciati da 9 miliardi di euro di debiti. ''Se fossimo una societa' la chiameremmo insolvenza'', ha detto Fernando Ruas, presidente dell'associazione nazionale dei Comuni. ''Puo' verificarsi che alcuni Comuni debbano ristrutturare il proprio debito, a meno che il Governo non decida di intervenire''.

IPOTESI SU SALVA-STATI. L'unica arma dell'Eurozona per contrastare il rischio default di uno Stato e' ancora spuntata, e i ministri delle Finanze della zona euro tenteranno di affilarla nel loro incontro a Copenaghen di venerdi' 30 e sabato 31. L'ipotesi migliore, secondo la Commissione Ue, e' aumentare il fondo salva-Stati a 940 miliardi di euro, combinando quello temporaneo (Efsf, 440 miliardi, in scadenza a luglio 2013) e quello permanente (Esm, 550 miliardi, operativo da luglio 2012). Ma la Germania, che e' contraria a un aumento cosi' consistente della capacita' di prestito, vuole ragionare su altri numeri: combinare i due fondi va bene per Berlino, purche' si resti su cifre lontane dai tre zeri, che comporterebbero un impegno a mantenere la stessa potenza per sempre. L'ipotesi sarebbe quindi combinare i 500 miliardi del Esm con quello che resta del Efsf dopo i salvataggi di Grecia, Irlanda e Portogallo, ovvero circa 200 miliardi.