UE: STAGNAZIONE IN ITALIA, ”RISCHIO RECESSIONE TECNICA IN EUROZONA”

Pubblicato il 10 Settembre 2008 - 06:38 OLTRE 6 MESI FA

La crescita economica italiana è ad un "punto morto" e nel 2008 il pil avanzerà solo dello 0,1%. È’ quanto annuncia la Commissione europea nelle previsioni economiche intermedie, spiegando che «questo dato rappresenta una revisione al ribasso delle già deboli stime di crescita formulate nella primavera, pari allo 0,5%, e implica che non ci sarà nessun effetto traino per il 2009». Per gli uffici del commissario europeo per gli Affari economici Joaquin Almunia «la stagnazione dell’economia riflette principalmente l’evoluzione della domanda interna». Infatti, «per via dell’impatto della corsa dei prezzi e degli effetti negativi sul potere d’acquisto, i consumi privati sono stati flebili già dal quarto trimestre del 2007».

TRIMESTRE NEGATIVO – Secondo l’Istat il prodotto interno lordo nel secondo trimestre del 2008 è diminuito dello 0,3% rispetto al trimestre precedente e dello 0,1% rispetto al secondo trimestre del 2007. Confermata dunque la stima preliminare per il dato congiunturale (-0,3%); risulta peggiorato invece il dato tendenziale che nella stima preliminare di agosto era stazionario.

RECESSIONE TECNICA – «C’è il rischio di una recessione tecnica per il 2008. Questo rischio comincia a planare sulla zona euro» ha detto il presidente dell’Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, nel coso di un’audizione al Parlamento europeo. Juncker ha tuttavia sottolineato la parola "tecnica", per far capire che non teme una recessione vera e propria. «Non vedo -ha detto infatti- lo spettro di una recessione per la zona euro». Tuttavia ha proseguito «è certo vero che l’attivitá economica si è ridotta notevolmente». Anzi, «sembrerebbe che la crescita resterá in stallo, non so -ha ribadito- se questo implicherá la recessione tecnica». Comunque, ha concluso, io «non parlo di vera recessione, ma questa situazione deve essere definita seria e richiede tutti i nostri sforzi per mitigarne gli effetti».

INFLAZIONE – La Commissione Ue ha invece rivisto drasticamente al rialzo le stime sull’inflazione italiana, che a fine anno dovrebbe attestarsi al 3,7% contro il 3% stimato nello scorso aprile. «I recenti considerevoli aumenti salariali, nonostante la bassa crescita della produttività e combinati con una competitività ancora limitata – spiega.

L’Italia e’ un Paese ”molto solido”, con un ”alto livello di vita e di benessere”, che deve superare insieme all’Europa la crisi economica di questi anni, dando impulso alle piccole e medie imprese (”linfa vitale”, le ha definite Brown) e liberandosi dalla tirannia del petrolio attraverso una veloce ripresa del nucleare civile.

Questa e’ la visione del premier Silvio Berlusconi che oggi a Londra – nella giornata in cui l’Istat e l’Ue disegnano una crescita del Pil vicinissima allo zero (0,1 per cento) – ha ostinatamente difeso la forza del ‘sistema-Italia’, garantendo che lo stato delle relazioni tra Roma e Washington non e’ assolutamente in crisi a causa del rapporto privilegiato dell’Italia con la Russia, come suggeriva oggi il Financial Times.

E’ stata una visita breve ma ricca di spunti quella che il presidente del Consiglio ha compiuto oggi a Londra per confrontarsi con il primo ministro britannico, Gordon Brown, sulle ricette per far uscire l’Europa dalla ”crescita zero”, dalla crisi dei prezzi, dal ricatto del petrolio e, naturalmente, sui modi ed i tempi per uscire dalla crisi georgiana che tanto sta allontanando Mosca dall’Occidente. Berlusconi non ha mancato neanche di confermare la sua convinzione che gran parte del rialzo dei prezzi sia determinato da ”movimenti speculativi” come ha confermato, a suo avviso, l’immediata decisione dell’Opec di tagliare la produzione di greggio non appena i prezzi del petrolio si sono abbassati.