Un’eroina del capitalismo. Elisabeth Warren spiega come le banche usano i 700 miliardi di dollari dei contribuenti americani

Pubblicato il 8 Ottobre 2009 - 18:11 OLTRE 6 MESI FA

Il nome di Elisabeth Warren è probabile che ancora non vi dica niente: ma appena la vedrete nell’ultimo film di Michael Moore  – “Capitalism: a Love story” – sarà riconosciuta per quello che merita, vale a dire una fustigatrice schietta e preparata del capitalismo attuale. Nel frattempo brani di sue lezioni e interviste sono già disponibili su Youtube.

La professoressa, che insegna ad Harvard, siede nella commissione bipartisan promossa dal Congresso americano per valutare come effettivamente gli istituti finanziari stiano spendendo i 700 miliardi di dollari generosamente elargiti dal governo federale per tamponare le perdite dell’ultima rovinosa crisi della finanza.

La Warren, intervistata da Moore, risalta come figura simbolo del film, addirittura un’eroina, per i giudizi secchi e severi su una situazione che maneggia alla perfezione per cognizione di causa diretta. O, per meglio dire, ed è più grave, che non conosce per niente: «Non so dove finiscono i soldi dei contribuenti perchè nel Tarp (Programma di salvataggio deggli assetti finanziari in difficoltà, ndr.) non è previsto alcun tipo di limitazione».

Con le sue dichiarazioni la Warren è diventata l’avvocato e il punto di riferimento della classe media americana scandalizzata dal comportamento di banche e istituti finanziari per i quali rappresenta una dolorosa spina nel fianco. Alla domanda se esistano documenti, ricevute o qualche straccio di traccia cartacea Elisabeth risponde: «Abbiamo un sistema che all’origine ha erogato più di 200 miliardi di dollari verso le istituzioni finanziarie dicendogli sostanzialmente “Ecco prendete, fatene ciò che volete”.