Ungheria, la nazionalizzazione forzata di Orban non convince: in centomila scelgono i fondi pensione privati

Pubblicato il 1 Febbraio 2011 - 17:03 OLTRE 6 MESI FA

Viktor Orban

BUDAPEST – Oltre 100mila ungheresi, scaduto il termine del 31 gennaio, hanno deciso di rimanere nei fondi privati, e boicottare il sistema pensionistico pubblico, malgrado i notevoli svantaggi che ciò comporterà per loro.

Secondo dati ufficiali resi noti oggi a Budapest, coloro che hanno optato di restare nei fondi privati, e di sottrarsi alla nazionalizzazione di fatto di una parte dei contributi, sono circa 102mila,  pari al 3% dei circa tre milioni di iscritti. Tutti gli altri sono ritornati automaticamente al sistema pensionistico statale, e il loro patrimonio accumulato negli anni passati confluirà al tesoro dello Stato contribuendo a migliorare la bilancia dei conti pubblici.

La nuova normativa fa seguito a una profonda riforma pensionistica varata a fine dicembre dal governo conservatore del premier Viktor Orban. I circa 100mila cittadini che hanno deciso di conservare il patrimonio accumulato nei fondi privati, al prezzo anche di una pensione futura ridotta, sono soprattutto giovani e benestanti. Un forte movimento di protesta contro la nazionalizzazione forzata decisa dal governo Orban, si è formato negli ultimi tempi.

I fondi pensione privati si sono anche rivolti alla Corte costituzionale chiedendo l’abrogazione della legge. Ma, secondo gli esperti, anche in caso di abrogazione, il patrimonio confluito non farà più ritorno alle casse dei fondi privati, perché lo Stato lo spenderà per le spese correnti.

[gmap]