L’investimento in capitale umano che viene perso per l’espatrio dei laureati ammonta secondo dati Istat a 851 milioni e 760mila dollari, secondo Confimprese a ben 5 miliardi e 915 milioni di dollari. E’ quanto emerge da ”Giovani Talenti”, la trasmissione di Radio24 che racconta settimanalmente la nuova emigrazione professionale qualificata di under40.
I giovani laureati che lasciano l’Italia non rappresentano dunque solo una perdita in termini sociali, ma anche economici. Un dato scientifico in questo senso non è mai stato calcolato, ma ”Giovani Talenti”, utilizzando i dati Ocse sui costi dell’istruzione ha stimato un costo prudenziale di 130mila dollari complessivi per laureato (dato relativo all’intero ciclo di studi, dalla primaria all’università), a carico del sistema-Paese.
Sulla base degli ultimi dati Istat, relativi ai cambi di residenza nel 2008, l’investimento in capitale umano che viene perso per l’espatrio dei laureati (6552 unità nel 2008), ammonterebbe dunque a 851 milioni e 760mila dollari: il dato Istat non tiene però conto dei numerosi laureati trasferitisi all’estero senza modificare la propria residenza.
Questo costo si moltiplicherebbe però addirittura per cinque – si legge in una nota della stessa testata – sulla base della recente ricerca di Confimprese, secondo cui 65mila giovani tra i 20 e i 32 anni lasciano ogni anno la Penisola. Il 70% di loro sono laureati (45mila e 500). In questo caso, la perdita secca annua per l’Italia in termini di capitale umano laureato emigrato, ammonterebbe a ben 5 miliardi e 915 milioni di dollari. Le stime si riferiscono al solo investimento educativo del sistema-Paese sui laureati. Se allargato ai diplomati, salirebbero ulteriormente.