Uova mancano nei supermarket, il peggio a Natale: fipronil, aviaria e meno galline

di Redazione Blitz
Pubblicato il 13 Novembre 2017 - 10:36 OLTRE 6 MESI FA
uova-supermarket-fipronil

Uova mancano nei supermarket, il peggio a Natale: fipronil, aviaria e meno galline

ROMA – Uova mancano nei supermarket, il peggio a Natale: fipronil, aviaria e meno galline. Il calo del 10% della produzione nazionale (4 milioni di galline ovaiole tagliate dalla produzione) per effetto delle misure cautelative adottate per garantire la qualità e la sicurezza, dopo i casi di aviaria e fipronil scoppiati in Europa, sta causando un buco di oltre 100 milioni di uova al mese in un momento in cui si registra un forte aumento della domanda a livello industriale per la preparazione dei tipici dolci di Natale.

E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti dalla quale si evidenzia che gli italiani consumano in media circa 215 uova a testa all’anno, di cui 140 tal quali mentre le restanti (circa 1/3) sotto forma di pasta, dolci ed altre preparazioni alimentari. “La minore disponibilità sul mercato, dove si registrano anche casi di scaffali vuoti nei supermercati – sottolinea Coldiretti -, sta avendo come risultato un aumento dei prezzi che alla produzione hanno fatto registrare a novembre una crescita del 55,6%, per un importo medio di 14,2 euro ogni cento pezzi, secondo le ultime rilevazioni Ismea”.

Secondo il gigante cooperativo, che oltre alla Liguria e a Milano segnala problemi di forniture anche a Firenze, le difficoltà non riguarderebbero tanto le forniture di uova a marchio Coop (filiera tutta biologica, iper controllata e certificata) che sino ad oggi sono state sempre garantite, quanto quelle delle altre marche. «La crisi interessa un po’ tutta Europa» conferma il direttore generale di Assoavi, Stefano Gagliardi. Che però lancia una frecciata all’indirizzo della grande distribuzione, che da un po’ di tempo a questa parte «chiede solamente uova alternative, biologiche e prodotte a terra, dimenticandosi che in Italia il 60% degli impianti è fatto da allevamenti in gabbia. E’ chiaro che in questo modo si restringe notevolmente il campo e possono esserci difficoltà». (Paolo Baroni, La Stampa)