Upim-Coin: nasce la grande unione
Grande unione, dopo anni di accordi e trattative. Il Gruppo Coin ha firmato per l’acquisizione del 100% di Upim. È un’operazione di grande valore evocativo per la notorietà dei marchi e di forte significato industriale. Upim ha inventato la grande distribuzione in Italia: il primo grande magazzino, datato 1928, fu aperto a Verona. Coin ha costruito la propria tradizione a partire dal ’57.
Dopo anni di ipotesi, colloqui e trattative più volte interrotte, l’accordo è praticamente fatto; comunque nulla di ufficiale fino a sera.
Il gruppo veneziano guidato da Stefano Beraldo e controllato dal fondo francese Pai (al 78%) acquisisce la catena di negozi Upim che, tra vari passaggi, ha fatto parte in passato anche dell’impero Agnelli-Fiat. È un’operazione di grande valore evocativo per la notorietà dei marchi e di forte significato industriale: l’Italia può finalmente esprimere un colosso di settore (anche se l’azionista è sempre transalpino).
Upim porta in dote 387 grandi magazzini tra diretti (140) e affiliati (247), che potranno aggiungersi ai 533 negozi del gruppo Coin, compresi i 450 a insegna Oviesse (o meglio, Ovs secondo la nuova dicitura).
Nasce un leader nazionale della grande distribuzione non food. Una “Wal Mart” tricolore della moda e degli accessori che potrà contare su ricavi complessivi per circa 1,6 miliardi e dispiegare una rete di mille grandi punti vendita, in gran parte collocati nei centri storici delle città italiane. Ed è proprio la location dei magazzini Upim, come ha sempre spiegato l’ad Beraldo, ad avere fatto gola al gruppo veneziano.
L’accordo prevede che venga creato un nuovo veicolo societario che mette insieme le banche creditrici – Unicredit e Natixis – e i vecchi soci di maggioranza, cioé Investitori Associati, Deutsche Bank Real Estate, Pirelli Real Estate e Gruppo Borletti. La newco sarà poi conferita a Coin in cambio del 7% di quest’ultima. Quest’ultimo particolare è da confermare, visto che è stato discusso dalle parti fino all’ultimo.
Da chiarire, poi, l’aspetto occupazionale e la riduzione di costi che dovrà essere perseguita dopo l’operazione. Ma questo sarà tema dei prossimi mesi.