Usa, giro di vite a stipendi e bonus dei banchieri

di Licinio Germini
Pubblicato il 19 Settembre 2009 - 18:37| Aggiornato il 13 Ottobre 2010 OLTRE 6 MESI FA

192211_WHCD103_APIl presidente degli Stati Uniti Barack Obama si presenterà al G20 di Pittsburgh con un progetto: vuole dare un giro di vite agli stipendi e ai bonus dei banchieri, considerati una delle cause principali della crisi finanziaria del 2008: le banche americane si sono infilate nel tunnel della speculazione senza limiti per produrre utili sempre maggiori per intascare premi sempre più grassi. Di qui la bolla, di qui il crack.

La novità del progetto di Obama è che  la Federal Reserve Bank, cioè la banca centrale americana,  avrebbe il diritto di veto su di essi: se gli stipendi e i bonus fossero tali da spingere i banchieri a correre gravi rischi, come accadde gli anni scorsi, li taglierebbe. La Fed inoltre imporrebbe alle banche di riprendere in gran parte i soldi versati ai loro manager che causassero perdite.

La nuove regole, che  entrerebbero in vigore tra alcune settimane, estenderebbero le restrizioni  non soltanto ai più pagati, ma anche dirigenti minori di 5.000 banche e istituti finanziari.

Le 25 banche più importanti, giudicate troppo grandi per lasciarle andare in dissesto, verrebbero sottoposte a particolare sorveglianza. La Fed potrebbe attuare la misura senza il placet del Congresso. Daniel Tarullo, uno dei nuovi direttori della banca centrale, ex consigliere economico dell’ex-presidente Bill Clinton, diverrebbe lo “zar” degli stipendi e dei salari. Rimarrebbero esenti dal nuovo regolamento le casse di risparmio e le banche dei singoli stati, che dipendono non dalla Fed ma dalla Federal Deposit Insurance Corporation.

La notizia ha suscitato critiche tra le banche e i repubblicani al Congresso ma il plauso dei democratici, che hanno peraltro rinunciato a imporre un tetto di mezzo milione di dollari annui ai banchieri. Ma Vikram Pandit, il presidente di Citigroup, la banca oggi in maggiore difficoltà, ancora in piedi grazie ai sussidi governativi, ha ammesso che alcuni stipendi e bonus sono ingiustificati.

L’anno scorso, Andrew Hall, un dirigente di Citigroup, intascò 99 milioni di dollari nonostante il crollo di Wall street, suscitando uno scandalo. La regolamentazione ha l’appoggio dell’ex governatore della Riserva Federale Paul Volcker, l’uomo che risanò la finanza americana nel 1980, all’apice di un’altra crisi, e che gode di enorme autorità. Volcker propone addirittura che la Fed limiti le operazioni di borsa delle grandi banche: «Non devono potere più mettere a rischio i soldi dei contribuenti», ha ammonito, «che sono poi costretti a salvarle subendo un duplice danno».