Usa-Iran, confronto di guerra e petrolio alle stelle. Benzina pronta all’impennata
Pubblicato il 3 Gennaio 2020 - 10:53 OLTRE 6 MESI FA

Proteste a Bagdad dopo l’uccisione del generale iraniano Soleimani (Ansa)
ROMA – L’attacco americano a Bagdad contro il generale iraniano Soleimani si fa sentire sui mercati. Le quotazioni del petrolio sono schizzate ai massimi da quattro mesi. Il prezzo del greggio ha rivisto quota 63 dollari al barile, il brent avanza del 3,5%. Ci si attende il conseguente rialzo del prezzo di benzina e carburanti.
Il rischio imminente riguarda le forniture di petrolio. Scarsità di greggio e instabilità politica ormai allargata a tutto il Medioriente (dallo Yemen alla Siria fino alle aspirazioni ottomane di Erdogan in Libia) graveranno sul prezzo finale del petrolio e dei suoi derivati. Con diminuzione associata della capacità produttiva globale. Che le borse mondiali hanno già registrato con i listini in ribasso prima in Asia poi in Europa (in Usa è più atteso il rapporto della Fed)
“Stiamo passando da una proxy war con dietro Iran da una parte e Arabia Saudita e Stati Uniti dall’altra a un potenziale conflitto diretto tra Teheran e Washington”, sottolinea Kay Van-Petersen di Saxo Capital Markets Pte, citato da Bloomberg.
Sul fronte macroeconomico in arrivo i dati sull’inflazione in Francia e Germania, il tasso di disoccupazione tedesca e la massa monetaria dell’Eurozona. Negli Stati Uniti previsto l’indice manifatturiero, la spesa delle costruzioni e si aspettano i dati sulle scorte di petrolio settimanali. (fonte Ansa)