Usa. L’occupazione ristagna e rinfocola paura nuova recessione

Pubblicato il 3 Settembre 2011 - 14:45 OLTRE 6 MESI FA

Manifestazione di disoccupati a Washington

WASHINGTON, STATI UNITI – L’economia americana non crea posti di lavoro: per la prima volta dalla Seconda guerra mondiale la statistica ufficiale segna una variazione pari a ‘zero’. Il tasso di disoccupazione resta inchiodato al 9,1%.

E lo spettro della recessione torna ad agitarsi, cosi’ come si rafforza la pressione sul presidente Barack Obama e sul presidente della Fed, Ben Bernanke, per un intervento a breve per risollevare il moribondo mercato dell’occupazione, sul quale Obama si gioca la campagna elettorale: dalla seconda guerra mondiale infatti nessun presidente e’ mai stato rieletto con una disoccupazione oltre il 7%. Unica eccezione Ronald Reagan con un tasso al 7,2%.

La fotografia scattata dal Dipartimento del lavoro non lascia adito a dubbi: l’occupazione e’ ferma, con il settore privato che rallenta creando in agosto solo 17.000 posti di lavoro, il risultato peggiore da 18 mesi. Il settore pubblico continua ad eliminare occupazione. E il risultato e’ – secondo gli analisti – ”inquietante”: la debolezza dell’economia nella prima meta’ dell’anno si sta trascinando nel terzo trimestre e in molti si chiedono se gli Stati Uniti siano gia’ in recessione o stiano per scivolarci.

Il numero degli occupati resta invariato in agosto, il dato peggiore dal settembre 2010. Lo sciopero dei 45.000 dipendenti Verizon si e’ fatto sentire sulla statistica, contribuendo alla peggiore performance del settore privato dal febbraio 2010. ”Serve una crescita piu’ veloce per il mercato del lavoro” afferma la Casa Bianca, definendo alto in modo inaccettabile il livello della disoccupazione.

I dati del Dipartimento del Lavoro mostrano un indebolimento generalizzato dell’occupazione: il settore manifatturiero, che finora e’ stato quello che ha creato piu’ posti, ha eliminato 3.000 posizioni. Nel settore informatico sono andati persi 48.000 posti. L’emorragia occupazionale continua nel settore delle costruzioni con 5.000 posti di lavoro persi. Il 49,2% dei disoccupati americani e’ fuori dal mercato del lavoro da oltre 6 mesi.

Il Dipartimento del Lavoro ha anche rivisto al ribasso i dati dei mesi precedenti, con 85.000 posti di lavoro creati in luglio e solo 20.000 in giugno. La ripresa debole spinge Obama a chiedere il ritiro dei nuovi standard stringenti sullo smog, oggetto nei mesi scorsi di forti critiche da parte dei repubblicani e delle aziende, secondo i quali le misure sarebbero state onerose e sarebbero costate migliaia di posti di lavoro.

Obama illustrera’ l’8 settembre in Congresso nuove misure ‘bipartisan’ a sostegno del mercato del lavoro: le ristrettezze di bilancio e la profonda divisione fra repubblicani e democratici rendono pero’ improbabile il passaggio in Congresso di un pacchetto ampio. L’attenzione e’ anche sulla Fed, che si riunira’ il 20 e 21 settembre e che potrebbe decidere nuovi aiuti all’economia. Secondo gli analisti, la Fed potrebbe optare per un allungamento della scadenza dei titoli in portafoglio per mantenere i prezzi bassi.

I dati del Dipartimento del Lavoro mostrano un indebolimento generalizzato dell’occupazione: il settore manifatturiero, che finora e’ stato quello che ha creato piu’ posti, ha eliminato 3.000 posizioni. Nel settore informatico sono andati persi 48.000 posti. L’emorragia occupazionale continua nel settore delle costruzioni con 5.000 posti di lavoro persi. Il 49,2% dei disoccupati americani e’ fuori dal mercato del lavoro da oltre 6 mesi.