Usa, crisi. Il servizio postale è allo stremo e rischia di chiudere a fine anno

Pubblicato il 5 Settembre 2011 - 14:54 OLTRE 6 MESI FA

WASHINGTON, STATI UNITI – Il servizio postale degli Stati Uniti è da anni in gravi difficoltà economiche, ma non è mai stato così vicino al baratro come lo è ora. E’ talmente a corto di soldi che non sarà in grado di effettuare questo mese un pagamento di 5,5 miliardi di dollari e potrebbe chiudere i battenti completamente entro la fine di quest’anno se il Congresso di Washington non intraprenderà misure di emergenza – impresa non facile date le incomprensioni tra democratici e repubblicani – per rimettere in sesto le sue finanze.

”La nostra situazione è estremamente seria”, ha dichiarato il postmaster general, il capo del servizio, Patrick Donahoe, in una intervista al New York Times. ”Se il Congresso non interviene in fretta ci aspetta il default”. Nelle ultime settimane Donahoe ha varato una serie di dolorose misure per tagliare i costi e cercare di eliminare il deficit del servizio, che in quest’anno fiscale raggiungerà i 9,2 miliardi di dollari.

Esse includono l’eliminazione della consegna della posta il sabato, la chiusura di 3.700 uffici postali e il licenziamento di 120 mila persone, un quinto dell’intera forza lavoro, nonostante un accordo con le unions che vieta i licenziamenti.

Il problemi dell’United States Postal Service traggono origine da una dura realtà: è assediato sia dai costi che dal calo degli introiti. Come chiunque possiede un computer sa, la rivoluzione di internet ha indotto la gente comune e il mondo degli affari ad utilizzare sempre meno la posta convenzionale, la cosiddetta ”snail mail” (posta lumaca). Perchè scrivere e impostare una lettera, con lunghi tempi di consegna, quando una e-mail raggiunge il destinatario alla velocità della luce?

Allo stesso tempo, decenni di promesse contrattuali ai lavoratori sindacalizzati, hanno fatto salire alle stelle i costi di gestione. Le Unions costano al servizio l’80 per cento delle sue spese, a fronte del 53 per cento dell’United Parcel Service e del 32 per cento di FedEx, i suoi due principali concorrenti privati. Gli addetti alle poste beneficiano inoltre di programmi di assistenza sanitaria molto più efficaci di quelli di altri impiegati federali.

”La situazione è disperata”, ha detto il senatore democratico Thomas Carper, presidente della sottocommissione senatoriale che si occupa dei servizi postali, ”perchè se non reagiamo in modo appropriato e intelligente  il servizio alla fine dell’anno smetterà letteralmente di funzionare. E questo non è quello di cui abbiamo bisogno quando siamo nel bel mezzo di una ripresa economica debole e irregolare.

Il mancato pagamento dei 5,5 miliardi di dollari, destinati a finanziare la futura assistenza medica dei pensionati, non sarà motivo di immediato disastro. Ma alla fine dell’anno o all’inizio di quello prossimo, il servizio non avrà più soldi per pagare gli stipendi o la benzina dei suoi automezzi. costringendolo a fermare la consegna dei tre miliardi di lettere e pacchi che recapita ogni settimana.