Vertice Ue, via libera al fondo anti-crisi: soddisfatta la Merkel

Pubblicato il 30 Ottobre 2010 - 15:12 OLTRE 6 MESI FA

Il Consiglio europeo ha prodotto l’atteso accordo politico sul governo comune dell’economia, che si propone di allontanare i rischi d’insolvenza di Paesi membri come nel caso della Grecia.

Un’aggiunta concreta è arrivata dall’indicazione di due date – spiega il Corriere della Sera in un articolo di oggi 30 ottobre – . Nel 2011 dovrà essere infatti definita la riforma del Patto di stabilità (con l’introduzione di sanzioni più severe per gli Stati con i conti pubblici fuori controllo) ed entro la prima metà del 2013 dovrà avvenire la trasformazione in meccanismo anti-crisi permanente del fondo di salvataggio triennale varato per aiutare Atene.

I contorni generali dell’accordo, che rinviano i dettagli al contributo dei ministri finanziari e ai prossimi summit, appaiono alla base di questo compromesso a Bruxelles tra i 27 capi di Stato e di governo. La cancelliera tedesca Angela Merkel si è detta comunque soddisfatta – spiega il Corriere – del risultato perché consentirà al Consiglio di “agire in futuro come un governo economico dell’Europa”.

Il premier Silvio Berlusconi si è detto sicuro di aver evitato all’Italia sanzioni o pesanti piani di rientro per il debito pubblico al 118 per cento del Pil. “Dopo questo Consiglio nessuno discute più sul fatto che tra i criteri dello stato di salute di un Paese non ci sia solo la valutazione del debito pubblico — ha dichiarato Berlusconi —, ma anche quella della finanza privata, quindi il risparmio delle famiglie, la solidità del sistema bancario, il sistema pensionistico, la bilancia commerciale”». Con questo concetto allargato, l’Italia, “maglia nera” per il debito pubblico nell’Eurozona, per Berlusconi salirebbe al secondo posto dopo la Germania.

Toccherà al ministro dell’Economia Giulio Tremonti far trasferire dettagliatamente nei testi questa concessione politica. Berlusconi ha poi condiviso la linea Ue più flessibile sulle emissioni inquinanti in vista della conferenza di Cancún. E ha chiesto di mettere in agenda nel vertice Ue del dicembre prossimo il progetto di difesa militare comune, il problema delle delocalizzazioni industriali e i sostegni finanziari ai Paesi del Nord Africa che collaborano nella lotta all’immigrazione clandestina.

Non è passata la richiesta tedesca di modificare i Trattati per introdurre la sospensione del diritto di voto a livello Ue dei Paesi con i conti pubblici fuori controllo. Ma la Merkel ha ottenuto di far esplorare a Van Rompuy la possibilità di modifiche limitate, che non riaprano le incognite delle 27 ratifiche nazionali. Il premier britannico David Cameron ha convinto una dozzina di Paesi (compresa l’Italia) a chiedere la riduzione al 2,9 per cento dell’aumento del budget dell’Ue, proposto dalla Commissione europea e dall’Europarlamento al 6 per cento.