“Vi farò vedere di che pasta sono fatto”. Berlusconi in quattro mosse: media, piazza, Codice, campagna elettorale

Pubblicato il 8 Ottobre 2009 - 16:43 OLTRE 6 MESI FA

“Vi farò vedere di che pasta sono fatto”: è l’ultima promessa, o minaccia, a seconda delle orecchie di chi ascolta, pronunciata, anzi scandita sillaba per sillaba, da Silvio Berlusconi. Dove lo farà vedere lo aveva detto qualche ora prima a Matrix e a Porta a Porta. “Andrò in tv, sui giornali, per spiegare agli italiani che i processi contro di me sono una farsa”. Un pezzo abbondante di Pdl gli chiede di farlo vedere di che pasta è fatto anche in piazza. Gasparri e Cicchitto: “Coinvolgere i cittadini, coinvolgere la gente, coinvolgerla pubblicamente”.

Come lo farà vedere un po’ già lo si sa: modifiche legislative al Codice in modo che le sentenze già passate in giudicato non possano essere usate come prove in altri processi. Ad esempio, la condanna a Mills non sarà una “prova” nel processo che per la medesima vicenda riparte a carico del premier. E modifiche per dare alla difesa maggiori armi legali nel dibattimento. In ogni caso nei processi che ripartono Berlusconi rischia davvero poco: nuovi collegi giudicanti e tempi del dibattimento accompagnano facilmente i processi all’estinzione per decadenza dei termini, insomma per prescrizione.

Un po’ già lo si sa e il resto un po’ è stato già detto: le prossime elezioni regionali di marzo saranno giocate dal Pdl come un “giudizio di popolo”. Il popolo verrà chimato a pronunciarsi non solo su chi deve governare gli Enti locali, sarà chiamato a pronunciarsi “contro” le magistrature di sinistra”, Corte Costituzionale e presidente della Repubblica compresi.

Perchè “farà vedere di che pasta è fatto” Berlusconi dice e non dice. Lo dice quando grida: “Viva l’Italia, viva Berlusconi”, identificando la sua persona “offesa” con la totalità del paese. Non lo dice quando omette di specificare che questa e non altra sarà il primo impegno, la prima riforma del governo e della maggioranza: ristabilire il suo diritto, derivante dal voto, ad essere “più uguale degli altri”.

Dunque, campagna mediatica, riforma del Codice, forse la piazza e campagna elettorale. Rispettivamente, la cosa che a Berlusconi riesce più facile perchè con i media gioca in casa, la cosa più abituale dei suoi governi e cioè rimettere mano alle regole della giustizia, la cosa più adrenalinica e cioè il bagno di folla e infine la cosa che gli riesce meglio da sempre e cioè la mobilitazione elettorale. Questo il piano, per nulla segreto. Questa la “pasta” che passa il convento. Ottima e abbondante come una calda minestra fumante ma anche minestra riscaldata, in fondo la stessa da quindici anni.