Wall Street Journal e New York Times all’attacco del presidente Obama

Pubblicato il 8 Marzo 2009 - 09:33| Aggiornato il 12 Maggio 2009 OLTRE 6 MESI FA

Il Wall Street Journal attribuisce, almeno in parte, i disastri di Wall Street e la crescente paura della popolazione americana colpita dalla crisi a quella che definisce ”la crescente convinzione che le iniziative del presidente Obama sono intese a cambiare radicalmente la nostra economia di mercato, e non solo a combattere la recessione e la crisi finanziaria’.

In un’analisi a firma di Michael Boskin, docente di economia alla Stanford University ed ex-capo dei consiglieri economici del presidente Bush,il quotidiano scrive che l’illusione che Obama avrebbe governato dal centro è rapidamente sparita.

Invece di adeguarsi alle migliori iniziative di ex-presidenti democratici come John Kennedy in politica fiscale e Bill Clinton sul welfare e sul bilancio in pareggio, Obama – scrive il quotidiano – sta tornando all’alta imposizione fiscale di Jimmy Carter e alla draconiana riduzione delle spese difensive effettuata da Clinton.

”Il bilancio da tremila e seicento miliardi di dollari di Obama – prosegue il Wall Street Journal  – per sua stessa ammissione modifica radicalmente il ruolo del governo federale nella nostra economia e nella nostra società. Tale bilancio più che raddoppia il debito pubblico nazionale, aggravandolo oltre qualsiasi altro capo della Casa Bianca abbia fatto”.

”Riduce le spese difensive a livelli mai visti dai tristi tempi precedenti alla seconda guerra mondiale – rileva il quotidiano –  aumenta le spese non collegate alla difesa al loro livello più alto nella storia degli Stati Uniti e innalza le tasse a livelli raramente visti. Tutto questo ancor prima di affrontare l’imminente implosione dei costi di Social Security e Medicare”.

Ad essere onesti, prosegue il Wall Street Journal, alcune specifiche parti del bilancio di Obama sono ammirevoli e meritano di essere appoggiate: aumento dei means-testing (indagini per accertare se un individuo o una famiglia hanno i requisiti necessari per aiuti federali) nell’agricoltura e in campo medico; indicizzazione permanente della tassa alternativa minima e di altre deduzioni fiscali; riconoscimento di ulteriori salvataggi finanziari e inclusione nel bilancio di spese che prima non vi entravano, come il finanziamento delle guerre in Iraq e Afghanistan.

Detto questo, conclude però il Wall Street Journal, ”gli aspetti negativi del bilancio sono di gran lunga più’ numerosi di quelli positivi”.

Obama è  finito anche sotto la sferza della terribile columnist del New York Times Maureen Dowd, temuta fustigatrice bipartisan, che lo ha accusato di non aver mosso un dito per aiutare il suo ex-rivale, il senatore repubblicano john mccain a non sprecare soldi in tempi di crisi

Con  un amendamento al bilancio federale McCain voleva risparmiare 7,7 miliardi di dollari respingendo leggi e leggine che in America chiamano ”pork barrel”, ovvero che non sono prioritarie ma che servono ai senatori per mantenere la benevolenzza (e i voti) dei propri elettori.

Conclude la Dowd: ”Obama ed il suo team vanno dicendo che ‘lo status quo è  inaccettabile’, mentre il presidente lo status quo lo accettta eccome, firmando leggi clientelari”.

LG