Bolletta elettricità, il 10% di quello che spendiamo finisce nella spazzatura

di Redazione Blitz
Pubblicato il 9 Dicembre 2014 - 16:10 OLTRE 6 MESI FA
Bolletta elettricità, il 10% di quello che spendiamo finisce nella spazzatura

Bolletta elettricità, il 10% di quello che spendiamo finisce nella spazzatura

ROMA – Il 10% delle nostre bollette elettriche, di quello che paghiamo, finisce nella spazzatura. Sprecato. Soldi che si potrebbero invece recuperare e quindi risparmiare mettendo in atto alcuni correttivi. E’ la diagnosi che viene da Ricerca Sistema Energetico, che spiega come con una serie di correttivi, sotto forma di sconto alla bolletta si potrebbe recuperare fino al 10%.

Le cause che portano a lievitare le nostre bollette li sintetizza sul Sole 24 Ore Federico Rendina:

Troppa dipendenza dal gas, troppi sprechi nei sussidi alle energie rinnovabili, fisco vorace e mercato elettrico ancora in gabbia. Ma anche scarsa attenzione a sfruttare le tecnologie nelle reti e nella distribuzione di energia

Un concorso di colpe, insomma. Che parte da come è composta la nostra bolletta. L’Italia ha rinunciato al nucleare e i costi delle dismissioni delle centrali sono stati scaricati sugli utenti. Non solo: si usa pochissimo carbone e si dipende, troppo, dal gas. E poi le energie verdi, quelle che paghiamo ogni anno 13 miliardi.

Quello del finanziamento all’energia verde è un aspetto centrale. Non è ovviamente tutto spreco. Anzi. Solo che i conti non tornano, come spiega Rendina:

Attenzione a non demonizzarli. Il principio degli incentivi – puntualizza Stefano Besseghini, amministratore delegato di Rse – non va certamente messo in discussione. Aiuti e facilitazioni saranno probabilmente opportuni anche in futuro, visti gli obiettivi che ci stiamo dando al 2030, assai più ambiziosi di quelli tendenziali. Certo – ammonisce Besseghini – se analizziamo il costo corretto per compensare il Lcoe scopriamo che si sarebbero potuti risparmiare 4 miliardi su 13». Quasi il 30% dei sussidi alle energie verdi. Un’enormità.

Spazio non trascurabile di risparmio anche per quanto riguarda ottimizzazione e gestione delle reti. Con un minimo di elettronica e informatica in più

«si potrebbero ottenere risparmi per almeno 3,5 miliardi di euro l’anno, il 7-8% della bolletta elettrica nazionale, semplicemente ricorrendo alle tecnologie già esistenti» ci dice Besseghini. Anche perché scandagliando lo studio preparato dall’Rse si scopre che non è vero che le voci in bolletta relative appunto alla gestione del sistema elettrico (dispacciamento, distribuzione, misura, vendita) siano sostanzialmente diminuite negli ultimi anni. Dalle tabelle pubblicate nello studio, che si rifanno ai dati diffusi dall’autorità per l’energia, per il periodo 2009 – 2013 queste voci risultano complessivamente in aumento, con una sostanziale stabilità per il mercato tutelato (a fronte di una diminuzione di circa il 15% per le famiglie e di una crescita di quasi il 20% per il mercato non domestico), ma con una crescita significativa per il mercato libero.

Rse punta poi il dito su un mercato che proprio per deficit tecnologico non decolla. E infine sul fisco. Ancora Rendina:

Bolletta oppressa, oltretutto, da un fisco sempre più ingordo. Con un magro premio di consolazione: tutta Europa è paese, nella voracità fiscale ma anche nel ritocco all’insù dei costi di distribuzione dell’energia. Ce lo dice Eurelectric, l’associazione dell’industria elettrica europea (…): dal 2008 al 2012 il prezzo medio dell’elettricità in Europa (su cui l’Italia mette il suo triste sovracarico) è salito di oltre il 10%, da 17,8 a 19,6 centesimi di euro al kilowattora. Ma l’aumento – precisa Eurelectric – è quasi interamente dovuto al carico fiscale, salito del 31% da 5,1 a ,7 centesimi al kWh, mentre la componente trasporto è aumentata del 10% da 4,6 a 5,1 cent/kWh mentre quella che copre il costo puro dell’energia è scesa del 4%, da 8,1 a 7,8 €cent/kWh.