Enel Green Power, ricorso al Tar contro il Tesoro per lo spalma incentivi

di Redazione Blitz
Pubblicato il 29 Ottobre 2014 - 14:57 OLTRE 6 MESI FA
Enel Green Power, ricorso al Tar contro il Tesoro per lo spalma incentivi

Enel Green Power, ricorso al Tar contro il Tesoro per lo spalma incentivi

MILANO – Enel Green Power ha annunciato un ricorso al Tar contro il Tesoro per lo spalma incentivi. Una causa che la società, nata da uno spin off di Enel, intenta praticamente contro il suo azionista di maggioranza, scrive Repubblica:

“La società leader in Italia del settore delle rinnovabili, nato da uno spin off di Enel e di cui l’ex monopolista detiene il 70 per cento delle quote dopo il collocamento in Borsa. ha deciso di far parte del nutrito gruppo di aziende che farà ricorso al Tar contro il cosiddetto decreto “spalma-incentivi”. E, di conseguenza, contro il Governo. In pratica, Enel Green Power muove guerra legale al suo controllore di ultima istanza, visto che il gruppo Enel ha come azionista di maggioranza il ministero dell’Economia e delle Finanze con il 31,24 per cento delle quote”.

Secondo fonti vicine alla società, il ricorso “era persino ovvio”:

“«perché va a ledere diritti acquisiti e potrebbe costituire un precedente molto pericoloso». Non solo: da Enel Green Power si dicono anche convinti che il ricorso non potrà che concludersi con un esito sfavorevole al Governo”.

Il ricorso sarà depositato nei prossimi giorni dai legali di AssoRinnovabili, coordinati dallo studio dell’ex presidente della Corte Costituzionale Valerio Onida:

“Si tratta dell’associazione di categoria che raccoglie circa 500 aziende “verdi” in tutta Italia, cui fanno capo oltre 1.300 impianti per oltre 10mila megawatt di potenza installata. Assieme a Confagricoltura, AssoRinnovabili sta raccogliendo le adesioni – ne sono già arrivate un centinaio – per una causa nei confronti del decreto che ha tagliato gli incentivi agli impianti fotovoltaici.

In sostanza, il decreto prevede che i proprietari degli impianti siano costretti a una rimodulazione degli incentivi incassati per l’energia prodotta, visto che vengono “spalmati” da 20 a 25. Il che significa una riduzione della remunerazione del capitale investito, con conseguente revisione dei piani finanziari”.

Il taglio degli incentivi dovrebbe portare il governo a recuperare le risorse da destinare alle Piccole e medie imprese, in modo ad abbassare i costi della bolletta:

“Sulla scia di manovre analoghe avvenute in tutta Europa, dalla Germania alla Spagna, quando il boom delle rinnovabili ha fatto alzare la quota di incentivi pagati ogni anno per lo sviluppo delle energie verdi dalle famiglie e dalle piccole e medie imprese”.