Energia e costo delle bollette. Paragone attacca tutti ma non chiede al governo…

di Redazione Blitz
Pubblicato il 14 Aprile 2019 - 17:37| Aggiornato il 18 Aprile 2019 OLTRE 6 MESI FA
Energia e costo delle bollette. Gianluigi Paragone attacca tutti ma non chiede al governo...

Energia e costo delle bollette. Paragone attacca tutti ma non chiede al governo…

ROMA – Gianluigi Paragone, giornalista e attuale senatore del Movimento 5 Stelle, attacca l’Enel e il suo amministratore delegato Francesco Starace per il prezzo della bolletta elettrica in Italia. L’attacco arriva con un video Facebook in cui dice che c’è una sproporzione tra il costo dell’energia elettrica e quanto il consumatore si trova effettivamente a dover pagare in bolletta.

La polemica è stata ripresa dal sito Bufale un Tanto al Chilo (acronimo Butac), che ha smontato la tesi del complotto di Paragone, sottolineando che la sua denuncia è stata approssimativa e non tiene in considerazione una serie di variabili che vanno ad incidere sul costo finale.

Questo era il nodo saliente della denuncia di Paragone:

“Come si raggiunge la cifra di 282,11 euro di bolletta, con 37,66 euro di spesa per energia????? Io continuo a pubblicare le bollette fino a quando non ci diranno che questa ingiustizia verrà superata!”.

In realtà, fa notare il sito Butac (il cui nome è stato definito “bruttino” da Paragone in un post successivo) bisogna innanzitutto specificare che si tratta di una bolletta aziendale, che segue parametri diversi rispetto a quelle dei consumatori privati: bisognerebbe andare poi a vedere altre voci che potrebbero far lievitare il prezzo (ad esempio l’attivazione di un contatore o altri servizi aggiuntivi eventualmente concordati nel contratto).

Tra le varie voci di costo che tutti possono reperire sulla propria bolletta c’è ad esempio quello degli oneri di sistema, che competono ad Arera (ex Autorità per l’Energia Elettrica), quindi allo Stato: non a caso il Servizio Elettrico Nazionale precisa che i prezzi dell’energia elettrica includono anche le cosiddette quote fisse, ossia le quote che non dipendono dai consumi e che vengono applicate da tutte le società di vendita in base ai valori fissati dall’Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente (ARERA). Tali quote coprono i costi fissi del sistema che vengono ripartiti sui clienti.

In particolare, fanno riferimento ai c.d. oneri di sistema (destinati ad esempio all’incentivazione delle fonti rinnovabili, al finanziamento del bonus sociale, ecc.) e agli oneri che gli operatori devono sostenere indipendentemente dal consumo del cliente, quali quelli per la gestione della rete di trasporto, del contatore e delle attività commerciali. Per gli oneri generali di sistema e per i costi del trasporto, a partire dal 2016 è stato stabilito da parte dell’ARERA, nell’ambito di una riforma delle tariffe prevista dalla legge, un riequilibrio del contributo pagato dalle diverse categorie di clienti che ha comportato per le forniture dei clienti domestici non residenti (le cosiddette seconde case) un aumento delle sopramenzionate quote fisse.

In realtà in Italia il costo dell’energia incide sulla bolletta per il 40% circa. E stando ai dati Eurostat il costo dell’energia in Italia è perfettamente in linea con la media europea: un costo per esempio nettamente inferiore a quanto avviene in Paesi come Germania e Danimarca.

Per l’esattezza, in Italia il costo della bolletta dipende da: 1) Spesa per la materia energia (circa il 42%). 2) Spesa per Oneri di Sistema (circa il 25%). 3) Spesa per il trasporto e la gestione del contatore (quasi il 20%). 3) Imposte (circa il 13%).

Essendo pertanto rilevante il peso delle spese dovute a fattori che dipendono dallo Stato, su questo potrebbe pronunciarsi il governo, e Paragone fa parte proprio della maggioranza parlamentare che sostiene il governo.

Infatti Adiconsum, per bocca del suo presidente Carlo De Masi, chiede lumi proprio al governo: “Auspichiamo che il Piano nazionale Integrato per l’Energia e il Clima, presentato dai tre Ministeri (Sviluppo Economico, Ambiente e Trasporti, diventi l’occasione, finora mancata, di una reale svolta del nostro Paese nella politica energetica per gestire in modo adeguato la transizione energetica in atto e il cambio di paradigma”.

Poi c’è un’altra questione, come fa notare anche il sito Prezzoluce.it, e cioè che 

per evitare l’aumento dei prezzi dell’energia, l’Italia dovrebbe usare in modo piú efficiente l’energia e essere meno dipendente dai combustibili fossili. Infatti, in Europa l’approvvigionamento delle fonti energetiche primarie proviene da Paesi extra-europei: nel 2016 l’italia ha importato circa il 77% del suo fabbisogno energetico. (Fonti Eurostat, Adiconsum, Butac).