Eni incontra associazioni consumatori alla piattaforma Garibaldi C di Ravenna

di Redazione Blitz
Pubblicato il 20 Settembre 2016 - 17:45 OLTRE 6 MESI FA

RAVENNA – I Presidenti e Responsabili Nazionali Energia di 15 Associazioni dei Consumatori hanno visitato oggi il Distretto Centro Settentrionale di Eni a Ravenna (DICS), nell’ambito del programma di attività promosse da Eni per consolidare una relazione basata sulla trasparenza e sul dialogo con tutte le voci del mondo consumeristico italiano.

Eni è presente a Ravenna fin dal 1952, anno della prima scoperta on shore di gas, e questa lunga tradizione ha favorito la nascita e lo sviluppo di un distretto di eccellenza Oil&Gas, che vanta un indotto diretto e indiretto di oltre 7.000 persone. Proprio per la presenza storica di Eni nel territorio, Ravenna è stata scelta come tappa fondamentale, non solo per entrare nel dettaglio delle attività operative ma anche per coinvolgere le Associazioni sui temi e principi della cultura Eni: sicurezza, sostenibilità ambientale e ricerca tecnologica.

Nel corso dell’incontro sono state presentate le eccellenti performance HSE (Salute, Sicurezza e Ambiente) di Eni, che nel 2015 hanno registrato un indice di frequenza degli infortuni per milione di ore lavorate pari allo 0,25, con una riduzione del 40% rispetto al 2014 e in ulteriore miglioramento del 10% nel primo trimestre 2016. Un risultato tra i migliori del comparto Oil&Gas, e significativamente inferiore all’indice di frequenza infortuni della media dell’industria italiana e europea (che riporta valori pari al 10).

I rappresentanti delle Associazioni dei Consumatori hanno avuto l’opportunità di visitare una delle piattaforme offshore di Eni al largo della costa ravennate, la Garibaldi C, da cui si produce gas naturale, tra le fonti di energia più pulite attualmente accessibili. Oggi la produzione di gas del DICS è di circa 60 mila barili di olio equivalente al giorno, che rappresenta il 7% della produzione energetica nazionale. Gli impianti offshore di Eni nel Mare Adriatico operano da sempre nel pieno rispetto delle leggi e delle prescrizioni vigenti. Basti pensare che le piattaforme entrano in esercizio a seguito di un processo che prevede almeno 26 fra autorizzazioni e nulla osta da parte di Ministeri e loro organi tecnici, ARPA/ISPRA e Regioni, nell’ambito di un iter trasparente e pubblico.

Le operazioni delle piattaforme sono soggette a continui controlli e ispezioni da parte delle autorità di vigilanza e della Capitaneria di Porto sulla qualità delle acque, sulla qualità dell’ambiente marino e sulle emissioni in atmosfera, che confermano come le attività offshore siano condotte nel massimo rispetto della sostenibilità ambientale. Le piattaforme, infatti, sono delle vere e proprie scogliere artificiali, intorno alle quali si è anche sviluppato un fiorente mercato delle cooperative di pescatori che puliscono le gambe degli impianti, sui quali crescono spontaneamente le cozze e, sulla base di specifiche autorizzazioni, le commercializzano.

Un ulteriore esempio della sostenibilità dell’attività di estrazione degli idrocarburi è l’Oasi Marina Piattaforma Paguro. Si tratta del relitto di una piattaforma metanifera che per la prima volta in Italia è stato riconosciuto come sito di interesse comunitario (IT4070026) dalla regione Emilia-Romagna nel 2010. Infine, molto interesse ha suscitato il programma, recentemente lanciato da Eni, per l’identificazione di possibili soluzioni di riutilizzo e riqualifica degli impianti offshore, in modo particolare per la riconversione delle strutture esistenti in centri di produzione di energie rinnovabili.

E’, infatti, allo studio la possibilità di installare sulle piattaforme impianti eolici, sia per generazione interna (autoconsumo) sia eventualmente per esportazione a terra. Inoltre, al processo di riconversione si affiancherà un rinnovato impegno nella ricerca, che porterà alla creazione di poli tecnologici per la sperimentazione delle tecnologie più avanzate. Un esempio è lo studio per la creazione di una piattaforma sperimentale offshore che vedrà l’implementazione simultanea di nuove tecnologie di generazione elettrica derivante dalle maree, dal moto ondoso, dalle correnti marine e dai gradienti di salinità e temperatura.