Libia, Descalzi: “Se Eni se ne va, danno enorme per Paese”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 9 Maggio 2016 - 14:54 OLTRE 6 MESI FA
Libia, Descalzi: "Se Eni se ne va, danno enorme per Paese"

Libia, Descalzi: “Se Eni se ne va, danno enorme per Paese” (foto d’archivio Ansa)

ROMA – “Alla Libia, oggi, Eni fornisce il 100% del gas per generazione elettrica e il 50% per le utenze domestiche. Mai pensato di lasciare, neanche nei momenti più critici. Garantiamo l’energia a tutte le parti in causa, ma soprattutto a tutta la popolazione. Se lasciassimo, faremmo un danno al Paese“. Lo afferma l’amministratore delegato di Eni, Claudio DeScalzi, ad Avvenire, sottolineando anche come per arginare le migrazioni investire in Africa è “l’unica strada da percorrere”: l’Italia e l’Europa “hanno bisogno di diversificare le fonti di approvvigionamento, devono investire e produrre in Africa, dove il gas è vicino. Funziona tuttavia solo se non vai lì unicamente per esportare, ma per creare sviluppo”.

DeScalzi risponde anche sull’inchiesta su Viggiano: “Il caso della Basilicata mi ferisce perché è uno sviluppo standard che facciamo anche in altri Paesi, ma che in Italia ha richiesto persino un maggior numero di autorizzazioni e controlli, ministeriali e regionali. Investiamo oltre un miliardo di euro l’anno per la sicurezza e l’ambiente, siamo i primi al mondo e ci viene riconosciuto”. “Chiederemo – aggiunge – una nuova perizia di parte terza per stabilire come stanno le cose”.

Quanto alla necessità di avere petrolio italiano, DeScalzi sottolinea che “i numeri dicono che l’Italia importa il 90% delle risorse energetiche” e “nelle rinnovabili ci crediamo. E investiamo. Siamo però consapevoli che da sole non bastano”. A questo proposito evidenzia che “i sussidi in Europa sono stati scaricati nelle bollette degli utenti, con il risultato di avere un costo dell’energia tre volte più alto. Per compensarlo si è ripreso a bruciare carbone importato a basso costo dagli Usa. Annullando in pratica i benefici delle risorse alternative”. Alla Cop 21 di Parigi “sulla carta c’è stato un grande passo in avanti”, ma è necessario “rendere gli impegni più stringenti”, governando il libero mercato: “Serve – secondo De Scalzi – una Cop 22 per definire le regole comuni vincolanti”.