Nucleare, ma il governo non sa dove metterle e a chi farle fare

Pubblicato il 4 Settembre 2009 - 15:53 OLTRE 6 MESI FA

centrale1La creazione di centrali nucleari in Italia sta creando al governo più problemi del previsto. Il primo riguarda l’ubicazione delle strutture: persino i favorevoli della prima ora, come il presidente della Regione Sicilia, Raffaele Lombardo, sembrano adesso storcere il naso.

Un cambiamento di atteggiamento che è dovuto alle voci circolate attorno alla stabilimento Fiat di Termini Imerese: pare infatti che il ministro dello Sviluppo, Claudio Scajola, stia mettendo a punto un piano per trasformare l’impianto in una centrale nucleare.

Nonostante avesse candidato la Sicilia a “regione atomica”, il governatore ha ricordato quali sono le sue condizioni per la collocazione dei poli: «assoluta sicurezza, notevole convenienza e pronuncia positiva delle popolazioni interessate». E, a quanto pare, l’idea non entusiasma per niente gli abitanti di Termini Imerese.

Altra questione dibattuta è quella del riassetto delle principali aziende che operano nel settore nucleare. In questo periodo Sogin ed Enea stanno ridefinendo le proprie strutture: la nuova triade al comando di Sogin è composta da Francesco Mazzuca, Claudio Nardone e Giuseppe Nucci. Per Enea si attendono invece a breve le nomine.

Infine, bisogna definire chi guiderà il riassetto del settore. E qua comincia il botta e risposta tra ministri: mentre la Prestigiacomo chiede che le competenze di Enea siano convogliate alle rinnovabili e all’efficienza energetica, la Gelmini chiede che i centri di ricerca dell’azienda siano destinati alla creazione di un polo di ricerca Cnr.