Nucleare, i Verdi: “Il governo ci sta provando con i mini-reattori”

Pubblicato il 6 Giugno 2011 - 08:50 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – “Il governo italiano non ha intenzione di mollare sul nucleare”, la denuncia è quella dei Verdi e così il partito ambientalista ha prodotto un dossier per dimostrare come negli ultimi 75 giorni i ministri di Silvio Berlusconi abbiano continuato a lavorare con due missioni successive: riuscire a fermare la consultazione popolare e riproporre una versione meno aggressiva di sviluppo nucleare.

Il presidente dei Verdi Angelo Bonelli, presentando il dossier, spiega che “gli ardori atomici dell’esecutivo non si sono placati. C’è un fatto indicativo: nelle stesse ore in cui è stata annunciata la moratoria, il 24 marzo, il Consiglio dei ministri ha approvato un secondo decreto sulla localizzazione delle centrali con le correzioni necessarie dopo la prima bocciatura della Consulta”.

E così ecco tornare di moda il termine mini-nucleare. Umberto Veronesi, capo dell’Agenzia per la sicurezza, il 19 marzo aveva spiegato: “Molti si domandano se il modello delle centrali nucleari di grossa taglia, come sono oggi tutte quelle del mondo, sia da continuare a realizzare, oppure se non è opportuno considerare l’adozione di reattori più piccoli e modulari: una rete di minireattori. Alcuni di questi sono già in produzione e dovremo studiarne a fondo le caratteristiche e la fattibilità”.

Secondo i Verdi seguendo questo filo ci si rende conto che gli affari con gli americani non sono mai stati depennati. Da una parte, l’8 marzo scorso, tre giorni prima di Fukushima, Westinghouse annuncia un accordo con Endesa (società controllata da Enel) per uno scambio di informazioni in materia di Ap1000 (“gli interessi Usa in Italia riescono a influenzare rapporti già consolidati come quelli tra Enel e Areva”, dice il dossier).

Dall’altra, il ministro degli Esteri Franco Frattini “vuole fortemente” l’appuntamento “Global Energy” (il 29 marzo a Washington) con i vertici di Ansaldo nucleare e Westinghouse. Chiudono i Verdi: “Con l’uscita di scena di Scajola e del potente Garibba l’asse politico del nucleare si è spostato verso gli Usa”. “Il sottosegretario Letta e il ministro Frattini – sostengono sempre i Verdi – appoggerebbero il Piano B che consentirebbe l’introduzione in Italia di un nucleare meno invadente: i mini-reattori Iris”.