Pannelli solari, 1 su 4 da buttare: invecchiano troppo in fretta…

di Redazione Blitz
Pubblicato il 2 Dicembre 2014 - 12:18 OLTRE 6 MESI FA
Pannelli solari, 1 su 4 da buttare: invecchiano troppo in fretta...

Pannelli solari, 1 su 4 da buttare: invecchiano troppo in fretta…

ROMA – Un pannello solare su 4 è da buttare. I pannelli infatti invecchiano troppo in fretta, deteriorandosi ben prima di quanto stimato. Mauro Moroni, ceo della società Borroni, spiega agli analisti di QualEnergia che dopo il boom del fotovoltaico indotto anche dagli incentivi statali, ora cresce il settore della manutenzione proprio per quei pannelli che resistono al tempo meno di quanto dovuto. La colpa è della scarsa qualità dei materiali, ma anche dell’errata installazione e dei problemi con le cabine inverter. Condizioni che compromettono il pannello e anche la produzione complessiva di energia.

Federico Rendina sul Sole 24 Ore scrive:

“Un pannello solare su quattro a rischio di prematura vecchiaia. Gli inconvenienti più frequenti? «Quelli dovuti a scarsa qualità dei materiali, cattiva installazione, problemi alle cabine inverter. Difetti – spiega Moroni – che possono compromettere di molto la produttività» con un calo di efficienza non dovuto solo ai normali parametri di degradazione del cosiddetto Pid (Potential Induced Degradation), ma che unito alle installazioni non sempre ottimali «può portare a perdite anche del 60-70% nel modulo» con un calo di produzione complessiva del 20-30%”.

La situazione degenera così in un effetto boomerang, spiega Rendina:

“Anche perché con i tagli ai sussidi appena disposti con il decreto spalma incentivi (quello che dovrebbe servire a finanziare il taglio del 10% alle bollette delle piccole medie imprese promesso dal governo) massimizzare la produzione degli impianti, specie di quelli un po’ vecchi ma che possono godere ancora di un residuo di incentivazione, potrebbe essere addirittura – notano gli analisti – «una questione di sopravvivenza» per gli aveva confidato invece in un flusso continuo di introiti.

Certo, come spesso accade in questi casi il mercato ha il suo premio di consolazione. Per ogni macchina rotta c’è qualcuno disposto a ripararla. Sta dunque nascendo e crescendo il business della manutenzione anche per i pannelli solari. E, collegato ad esso, quello del riciclo, con tutte le incognite che il nostro Paese ben conosce quando si parla di corretto smaltimento. Che anche in questo caso è imposto da precise norme di legge entrate ufficialmente in vigore già da qualche anno con la prevista obsolescenza delle nostre installazioni”.

E così nasce il business del riciclo, come spiega il Solar Energy Report del Politecnico di Milano, che vanta un giro d’affari di 400 milioni di euro l’anno, di cui 20 milioni di euro solo per i pannelli non più recuperabili:

“Il futuro, per loro, è assai roseo: nel 2016 è attesa una vera e propria ondata nelle necessità di manutenzione e sostituzione quando scadranno i primi cinque anni di vita critica degli impianti installati grazie ai sussidi del secondo e terzo conto energia (lo scorso anno si è arrivati al quinto e, almeno per ora, ultimo).

D’altra parte per i gestori dei pannelli solari e dei relativi sistemi (gli inverter, le connessioni, le interfacce con la rete pubblica) non è solo una questione di efficienza e di prolungamento della redditività. La legge impone, appunto, precisi adempimenti. I Decreti interministeriali del 5 maggio 2011 (Quarto conto energia) e del 5 luglio 2012 (Quinto conto) sanciscono, per gli impianti funzionanti dal 1° luglio 2012, l’obbligo per i produttori dei pannelli o comunque per chi si fa carico del commercio, di aderire a un Sistema/Consorzio che ne garantisca il recupero e il corretto riciclo a alla fine della loro vita operativa. Tutto ciò sulla base di un registro certificato pubblicato dal Gestore dei Servizi Energetici (Gse)”.