Bene le rinnovabili in Italia: dal terzo posto per consumo in Europa al futuro di “condivisione”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 18 Aprile 2019 - 08:00| Aggiornato il 14 Maggio 2019 OLTRE 6 MESI FA
Bene le rinnovabili in Italia: dal terzo posto per consumo in Europa al futuro di "condivisione"

Bene le rinnovabili in Italia: dal terzo posto per consumo in Europa al futuro di “condivisione”

ROMA – Buone notizie per quanto riguarda il rapporto tra il nostro paese e le energie verdi: secondo gli ultimi dati infatti l’Italia è tra le prime nazioni in Europa, appena dopo la Svezia, per quanto riguarda il consumo e la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Cosa significa questo? Innanzi tutto, che la quota di carbonio emessa dalla miscela di fonti energetiche che ultimamente hanno prodotto elettricità nel nostro Paese, è tra le più basse registrate in tutto il Vecchio Continente.

Italia al terzo posto in Europa per consumo di energie rinnovabili

L’Italia conferma la sua vocazione verde nel campo dell’energia e si piazza al terzo posto in Europa per la quota di consumo: almeno, questo è quanto risulta dalla pubblicazione del più recente “Rapporto Energia fonti rinnovabili in Italia 2017” pubblicato dal Gestore Servizi Energetici. Si tratta, in particolare, di un aumento di 920 Ktep rispetto all’anno precedente con un incremento del 4,4% causato da un maggior uso di risorse agro-energetiche, ovvero le biomasse solide, per creare calore domestico insieme all’impiego sempre più diffuso del fotovoltaico e dell’eolico nei territori che ne consentono l’utilizzo. Un risultato che denota come cresca la consapevolezza di quanto sia fondamentale rendersi indipendenti dall’approvvigionamento estero, migliorando l’efficienza degli impianti e puntando su risparmio energetico e rinnovabili. Una realtà questa che ha convinto un numero sempre maggiore di italiani, in quanto agevolati a scegliere soluzioni green grazie a offerte luce come quelle Wekiwi, compagnia del mercato libero che propone anche opzioni votate al mondo verde. E con le rinnovabili che continuano a crescere, il Sud Italia assume sempre di più un ruolo fondamentale nella produzione energetica, proprio grazie alla grande quantità di luce e vento sfruttabili per la produzione di energia dal fotovoltaico e dall’eolico.

Il futuro è la condivisione

La nostra produzione di energia rinnovabile, gli investimenti compiuti dalle nostre aziende e il consumo in netta crescita delle risorse provenienti da fonti alternative, ci hanno certamente reso in grado di raggiungere i parametri imposti dall’Europa, ma oggi la sfida è quella di rientrare nei nuovi obiettivi prefissati per il 2030. Proprio per questo si cominciano a valutare delle nuove soluzioni decentrate in modo da affrontare in maniera condivisa lo sfruttamento delle nuove fonti alternative e modificando radicalmente il nostro modello di produzione energetica, che si è rivelato causa, da solo, di un terzo dell’inquinamento ambientale in Italia. Le centrali italiane che producono energia elettrica infatti scaricano nell’atmosfera non solo i gas responsabili delle alterazioni climatiche, come il CO2, ma anche metalli pesanti ed altre polveri altrettanto tossiche, tanto che due di esse, quella di Brindisi Sud insieme alla centrale di Torrevaldaliga, sono state etichettate come le più inquinanti d’Europa. L’obiettivo, a questo punto, diventa non solo quello di far crescere gli impianti di energia rinnovabile sul territorio, ma anche di staccare la loro produzione dalla rete di distribuzione generale, e creare in alternativa dei piccoli poli di distribuzione localizzata, la cosiddetta smart grid,  nei quali far affluire l’energia verde prodotta sul territorio anche dai piccoli impianti privati. In questo modo, si possono rendere indipendenti e autonome delle piccole realtà condivise, come quartieri e condomini, arrivando quindi a creare delle vere e proprie comunità energetiche.

La strada per essere davvero un paese green è certamente ancora lunga, ma la direzione intrapresa in questi anni è sicuramente quella giusta.