Sotto le acque di Cipro riserve gas naturale. Eni punta al tesoro

di Redazione Blitz
Pubblicato il 13 Luglio 2013 - 13:45 OLTRE 6 MESI FA
Sotto le acque di Cipro riserve gas naturale. Eni punta al tesoro

Paolo Scaroni (Foto Lapresse)

NICOSIA – Moody’s minaccia una possibile uscita dall’euro di Cipro, ma sembra difficile che l’Unione europea possa rinunciare ad un tesoro energetico. Perché sotto le acque di Cipro ci sono riserve di gas naturale pari, si dice e il Corriere della Sera riporta, a mille miliardi di metri cubi di idrocarburi. L’equivalente, cioè del gas consumato da un Paese come l’Italia in dieci anni.

Un vero e proprio tesoro, che potrebbe ridurre la dipendenza energetica del vecchio continente da Algeria, Russia e Libia. E su cui ha già messo gli occhi Eni.

Per esportare e vendere il proprio gas, Cipro dovrà aspettare fino al 2018-2020. Dal 2014 Eni comincerà ad esplorare la prima delle tre zone che si è aggiudicata lo scorso gennaio.

Se si troveranno idrocarburi sarà un vantaggio per tutta l’Europa, oltre che per Cipro. Il presidente di Eni, Paolo Scaroni, ha incontrato nei giorni scorsi il presidente cipriota, Nicos Anastasiades. Scaroni ha detto di essere interessato ad investire in un impianto di liquefazione del gas sull’isola, se verranno confermate le riserve.

Sul Corriere della Sera Francesca Basso ricostruisce le tappe della vicenda.

Tutto è cominciato nel 2009, quando al largo di Israele la società locale Delek, associata con Noble Energy, ha scoperto i giacimenti Tamar e Dalit, e l’anno successivo Leviathan, il più grande del Mediterraneo, trasformando Israele da paese importatore a esportatore di gas. Cipro è stata velocissima e ha assegnato a sua volta un blocco esplorativo alla Noble Energy, che ha fatto una scoperta importante. Quindi è partita la corsa, con la messa a gara lo scorso anno di altri dodici blocchi esplorativi: si sono imposti la francese Total e l’Eni insieme alla coreana Kogas. Il consorzio italo-coreano sarebbe anche interessato a due ulteriori blocchi a ovest dell’isola. «Eni potrebbe anche attirare nei propri blocchi qualche socio — ha spiegato l’amministratore delegato Paolo Scaroni —. Abbiamo l’80% e potremmo anche scendere al 45-50%, sempre rimanendo operatore dei blocchi ma associando qualche operatore internazionale».

Negli ultimi cinque anni Eni ha scoperto circa 7,5 miliardi di boe (l’unità di misura per gli idrocarburi, che sta per barili di olio equivalente), più del doppio rispetto alla produzione nello stesso periodo, che è stata invece di 3,2 miliardi di boe. Cifre che fanno parlare il Cane a sei zampe di risultati esplorativi record, (indipendentemente dalla scoperta del giacimento gigante del Mozambico), perché sono stati di circa 1 miliardo di boe all’anno. Ora Cipro dovrà fare la sua parte.