Milan e Napoli, Allegri e Mazzarri: due livornesi in corsa per lo scudetto

Pubblicato il 9 Aprile 2011 - 20:19 OLTRE 6 MESI FA

Walter Mazzarri (Foto Lapresse)

ROMA – Uno è allenatore del Milan, l’altro del Napoli. Uno è primo in classifica, l’altro secondo, tre punti sotto. Sono Massimiliano Allegri e Walter Mazzarri, l’uno contro l’altro per la volata scudetto, ma entrambi di Livorno.

Massimiliano Allegri da Livorno, Walter Mazzarri da San Vincenzo, un po’ più a sud. Lo scudetto passa da qui, attraverso le tattiche e le scelte di due allenatori che in un modo o nell’altro hanno saputo prendere per mano la rispettiva squadra, imporsi all’interno dello spogliatoio e arrivare fino al primo e secondo posto in classifica. Malgrado un certo scetticismo.

Allegri arriva al Milan in estate in un periodo in cui i tifosi contestano, nemmeno poco. Un bel rischio per Berlusconi, perché il suo curriculum fino a quel momento è Aglianese, Spal, Grosseto, Sassuolo e Cagliari. Mentre dall’altra parte l’Inter era andata a prendersi Benitez, uno che ha già vinto Champions e Liga, al posto di Sua Maestà Mourinho. Un gap che sembrava davvero incolmabile. Sembrava. Perché poi la realtà è ben altra. E poi un livornese al servizio di Berlusconi stona sempre un po’.

Ma in fondo Allegri, quando ancora giocava, non si era tirato certo indietro quando ad ingaggiarlo fu il Pisa. Uno che quindi non si è fatto problemi quando c’è stato da andare contro le tradizioni della sua città. E proprio con il Pisa fece il suo esordio in serie A, guarda caso in una gara contro il Milan.

Mazzarri a Napoli cìè arrivato un anno e mezzo fa, nell’autunno dello scorso campionato. Donadoni non stava entusiasmando e allora De Laurentiis pensò al tecnico toscano, che a Napoli già c’era stato undici anni prima, come vice di Ulivieri. Si voleva prendere un periodo di riposo, Mazzarri, dopo l’addio alla Sampdoria. Per studiare i migliori tecnici in circolazione, Guardiola e Pellegrini su tutti. Il riposo dura una manciata di settimane. E chiuderà il campionato sesto. Ma il meglio deve ancora arrivare.

Quest’anno il suo Napoli va come un treno: “Prima o poi crolla” è il ritornello. Beh, ancora non è successo. E il Napoli è sempre lassù. Il suo presidente De Laurentiis, per il carattere coriaceo e sanguigno, lo ha recentemente ribattezzato: “È il mio Sean Penn”.

Sono i protagonisti del campionato. Allegri è partito in punta di piedi. Alla sua presentazione, caso più unico che raro, quasi non ha aperto bocca. Sopraffatto dal monologo di Berlusconi: “È un bel ragazzo che sembra fatto apposta per diventare una star del cinema”. Peccato che debba allenare una squadra di calcio. Ma Allegri è rimasto impassibile, un sorriso dopo l’altro: “Rispetto ed educazione per me sono fondamentali”. E così si è impossessato di uno spogliatoio difficile da gestire.

Mazzarri ha parlato subito chiaro: “Qui comando io e gioca sempre chi sta meglio, il nome non mi interessa”. E infatti i giocatori stravaganti o con manie di protagonista si tengono alla larga. Con l’eccezione di Lavezzi.

Si sono presi il Milan e il Napoli, Allegri e Mazzarri. Si sono presi Livorno, una città controversa che non disdegna polemiche con i vicini, polemiche forti. Adesso, almeno per un anno, c’è anche un pezzo di Livorno in Serie A, in vetta alla Serie A.