Terremoto L’Aquila: “Il cemento scadente ha ucciso metà delle vittime”

Pubblicato il 1 Agosto 2010 - 13:55 OLTRE 6 MESI FA

Il terremoto a L'Aquila

A L’Aquila al sisma si è aggiunto il cemento scadente che ha ucciso almeno la metà delle vittime: 150 persone su 308. A scriverlo è il sostituto procuratore Fabio Picuti che parla di «errori di progetto e di calcolo delle strutture», «violazione delle norme antisismiche» e soprattutto «scadente qualità del calcestruzzo».

Questi sono i dati del fasciscolo per chiedere il rinvio a giudizio dei vertici della Protezione Civile “con l’accusa di omicidio colposo per non aver valutato correttamente il rischio terremoto durante il periodo delle sciame sismico”, scrive la Repubblica.

Ecco i risultati delle perizie tecniche: «L’edificio di via Cola dell’Amatrice numero 17, dove sono morte 12 persone, realizzato in cemento armato e costruito negli anni 1959/1960, è crollato – scrive il pm – per la scadente qualità del calcestruzzo utilizzato, per errori di progetto e di calcolo delle strutture».

«L’edificio di via XX settembre numero 123 dove perirono in totale 5 persone, costruito in cemento armato nel 1955, crollava per la carenza di calcestruzzo utilizzato, per errori di progetto e di calcolo» e per «violazione delle norme antisimiche».

E ancora «L’edificio di via XX settembre numero 46/52 in cemento armato e costruito negli anni 1963/1965, dove perirono in totale 8 persone (la Casa dello Studente, ndr) crollava per la scadente qualità del calcestruzzo utilizzato, per errori di progetto e di calcolo» e per «la violazione delle norme antisismiche». «

L’edificio di via Generale Francesco Rossi 22 dove morirono 17 persone, costituita da struttura portate in muratura e solai e tetto in cemento armato, costruito nella prima metà degli anni ‘50, è crollato per errori di progetto e di calcolo, per errati interventi nella realizzazione del tetto in cemento armato».