Svezia, scoperta tomba di 8 mila anni fa: cranio perforato con un paletto FOTO

di redazione Blitz
Pubblicato il 15 Febbraio 2018 - 07:55 OLTRE 6 MESI FA

STOCCOLMA – In Svezia gli archeologi hanno scoperto una tomba risalente al periodo mesolitico, a più di 8.000 anni fa, con dei teschi umani, alcuni inchiodati a paletti di legno. Uno dei teschi, conservato in quello che un tempo era un lago preistorico in Svezia, è stato scoperto con alcuni tessuti cerebrali ancora intatti. Secondo gli esperti, il ritrovamento mette in discussione la comprensione della cultura europea dell’età della pietra e di come questi primi esseri umani si siano presi cura dei loro defunti.

La scoperta degli archeologi dell’Università di Stoccolma e della Fondazione per i Beni Culturali della Svezia, è la prima prova che i cacciatori-agricoltori mesolitici seppellivano “con un rituale molto complesso”, come affermato dal ricercatore Fredrik Hallgren, a Live Science e ripreso dal Daily Mail.

“Anche se non possiamo decifrare il significato del rituale, possiamo apprezzarne la complessità”. Scoperti nel sito di Kanaljorden vicino al fiume Motala Ström in Svezia, i teschi sono stati trovati accanto ai resti di almeno 12 individui, tra cui un bambino. Degli adulti, quattro sono stati identificati come maschi e due come femmine. Uno degli uomini, al momento della morte, aveva circa cinquant’anni mentre due erano più giovani, di età compresa tra i 20 e i 35 anni.

Lo scheletro infantile è quasi completo, il che indica che il bambino era nato morto o morto poco dopo la nascita. Sette degli adulti probabilmente sono morti soffrendo e subito prima del decesso gravi traumi alla testa, che i ricercatori ipotizzano siano il risultato di colpi non letali e violenti. Forse una colluttazione, un rapimento forzato, una guerra e aiuti in caso di violenza, previsti tra membri di un gruppo. I corpi erano collocati in cima a uno denso strato di grandi pietre in quella che sarebbe stata una complessa sepoltura sottomarina tra i 7.500 e 8.500 anni fa. Solo uno dei corpi, quando è stato sepolto aveva ancora una mascella il che fa pensare che siano state rimosse come parte del rituale di sepoltura. È interessante notare che le lesioni ai teschi erano specifiche per genere: i maschi avevano segni vicino alla sommità della testa, mentre le donne avevano crepe vicino alla parte posteriore e al lato destro del cranio.

Gli scienziati riferiscono di non sapere quale tipo di arma sia stata usata per infliggere le ferite, serie ma che non potevano comunque essere legate alla causa della morte. “Sebbene le lesioni non fossero letali, dovevano avere effetti sulle persone, come dolore, sanguinamento e rischio di infezioni secondarie”, ha dichiarato a Gizmodo la coautrice dello studio e l’archeologa dell’Università di Stoccolma, Anna Kjellström. “Inoltre, un trauma cranico ancor meno grave può causare perdita di conoscenza, emorragie interne o persino menomazioni mentali permanenti”. Tre dei teschi, tra cui due inchiodati ai paletti, hanno mostrato segni di forte trauma dopo la morte. Probabilmente erano soliti montare i teschi prima che fossero sepolti nel lago.