Aimee ha morbo di Crohn: Mi hanno preso muscoli gambe per…

di redazione Blitz
Pubblicato il 31 Maggio 2016 - 13:54 OLTRE 6 MESI FA

LONDRA – Insopportabili dolori addominali, diarrea e vomito. All’età di 15 anni ad Aimee Rouski è stato diagnosticato il morbo di Crohn. Oggi, che ne ha 19, questa coraggiosa studentessa inglese ha pubblicato su Facebook una foto che testimonia le indicibili sofferenze che ha dovuto sopportare. Un calvario che passa per lunghi mesi di degenza in ospedale e tre delicatissimi interventi chirurgici, durati tutti non meno di 13 ore.

Nella foto Aimee solleva la maglietta e mostra il suo ventre martoriato dalle cicatrici. In bella evidenza c’è uno stoma frutto di un particolare intervento chiamato appunto ileostomia, che consiste nella deviazione dell’ileo, l’apertura serve a sostituire l’ano e dunque all’espulsione delle feci che si raccolgono nell’apposito sacchetto.

Ma che cos’è esattamente il morbo di Crohn? E’ una malattia infiammatoria intestinale cronica che si scatena all’interno dell’apparato digerente, dalla bocca fino all’ano. Oltre a causare gravi problemi digestivi e dunque a rendere problematica una funzione vitale, quale è l’alimentazione, questo morbo nei casi più gravi può portare alla comparsa di ulcere e ferite gravi nell’intestino. Al punto che i medici di Aimee glielo hanno dovuto rimuovere dalla cavità addominale per consentire ai tessuti di cicratizzarsi. Le parti particolarmente compromesse però sono state rimosse. Di qui l’ileostomia. Ma non è finita qui: perché per sopperire alle parti mancanti i medici hanno pensato di prelevare fasce muscolari dall’interno coscia della giovane che sono state poi riutilizzate per la chirurgia plastica ricostruttiva

La foto postata da Aimee su Facebook ha ricevuto più di 12mila like e oltre 4mila condivisioni. In calce al post ha scritto: “Questo morbo mi ha lasciato senza un pezzo di intestino, senza il colon, l’ano e senza i muscoli del mio interno coscia che sono stati utilizzati per la chirurgia plastica sulle mie ferite. Molte persone hanno difficoltà ad accettare una malattia del genere, ma non c’è nulla da vergognarsi”.