Alcoa, feriti al corteo. Scontri operai-sindacalisti. ‘Chiusura rallentata’

Pubblicato il 10 Settembre 2012 - 22:13 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Gli operai dell’Alcoa manifestano a Roma contro la chiusura dello stabilimento e la città si infuoca: scontri prima tra operai e poliziotti, poi con i sindacalisti. Il bilancio della giornata, in strada, è di 20 feriti, di cui 14 tra le forze dell’ordine. Fuori impazzano gli scontri, a palazzo Chigi l’azienda e il governo arrivano a un accordo: c’è l’azienda svizzera Klesh è interessata e il ministero dello Sviluppo tratta per rallentare lo spegnimento delle celle elettrolitiche dello stabilimento Alcoa di Portovesme dai primi di ottobre al primo novembre e la fonderia resterebbe in funzione fino al 30 novembre. Ma gli operai non sono d’accordo ed esplode la protesta anche contro i sindacalisti.

C’è l’operaio in mutande, stile “Full Monty”, che grida “Ci volete così”. Ci solo altri lavoratori che intonano un cupo slogan: “Fornero al cimitero”. Sono stati circa 550 gli operai dell’Alcoa che si sono radunati davanti al ministero dello Sviluppo economico per manifestare contro la chiusura dello stabilimento di Portovesme. Manifestavano per continuare a lavorare proprio nelle stesse ore in cui era in corso una delicatissima trattativa tra il governo e i vertici Alcoa. La buona notizia è che c’è un potenziale acquirente, la svizzera Klesch. Mentre l’Enel potrebbe aprire a possibili tagli del costo dell’energia. Il governo apre al rallentamento della chiusura degli stabilimenti e Corrado Passera garantisce l’impegno personale per la soluzione.

Gli operai che manifestano, però non sono contenti: quando i sindacalisti sono scesi a illustrare le conclusioni del tavolo e’ esplosa la rabbia e circa un centinaio di lavoratori ha cominciato a urlare ”noi da qui non ce ne andiamo”. Gli operai dell’Alcoa sono delusi in particolare dallo spegnimento graduale delle celle: ”Allora tanto vale che le chiudano domani, ci dovete dire la vertia” urla una lavoratrice.

Momenti di tensione ci sono stati anche tra gli operai dell’Alcoa e i delegati sindacali dello stabilimento, davanti al ministero dello Sviluppo economico a Roma, dopo le prime  comunicazioni sull’esito dell’incontro di oggi con i rappresentanti del governo e i vertici dell’azienda.

I lavoratori, insoddisfatti dal risultato della riunione, hanno urlato ”noi da qui non ce ne andiamo” e ”tornate dentro” ai rappresentanti sindacali. Davanti al ministero ci sono malumori e delusioni e molti operai si dicono decisi a restare ad oltranza.    Durante i cori e’ volato anche qualche spintone.

Ministero: rallenta la chiusura. Spegnimento più graduale delle celle con l’allungamento dei tempi della fermata dell’impianto e sollecitazione alle imprese che hanno manifestato interesse ad avviare in tempi rapidi le negoziazioni. Questi due dei punti emersi nel corso del tavolo Alcoa al Ministero dello sviluppo economico.

Governo e istituzioni territoriali convocheranno ”a breve” le multinazionali Klesch e Glencore ”per verificare lo stato di avanzamento della trattativa e fornire l’adeguata assistenza per il superamento di eventuali ostacoli e difficolta’ ”. E’ quanto è stato deciso al Tavolo sulla vertenza Alcoa che si è svolto al ministero dello Sviluppo Economico. ”Medesimo impegno – aggiunge la nota – verrà profuso per eventuali nuove manifestazioni di interesse”.

Tra gli altri punti qualificanti emersi al tavolo, informa una nota del ministero, ci sono anche l’adozione di tecniche in grado di consentire una rapida ripartenza dello smelter, la cassa integrazione in deroga per i lavoratori dell’indotto e un incontro di approfondimento sul Piano Sulcis entro settembre.

Nel verbale stilato dal ministero al termine dell’incontro e condiviso da Regione e Provincia, il governo conferma il proprio impegno per dare ”adeguata soluzione ai problemi generali del Sulcis e, in tale contesto, alla crisi generata dalla decisione di Alcoa di cessare la produzione dello stabilimento di Porto Vesme”. L’ esecutivo inoltre ”prende positivamente atto” delle manifestazioni di interesse pervenute finora (quella del gruppo Klesch e quella del gruppo Glencore) e auspica che si arrivi ”rapidamente ad una positiva conclusione”.

In questo quadro, governo e istituzioni territoriali svolgeranno un lavoro ”di stimolo e sorveglianza costante, nelle forme piu’ adeguate e opportune”. Per quanto concerne inoltre l’attuale situazione dello smelter, il verbale recita che ”il processo di spegnimento delle celle già avviato procederà  in modo più graduale di quanto originariamente programmato dalla società, evitando consistenti blocchi giornalieri in precedenza previsti”. La fonderia, inoltre, resterà operativa per tutto il mese di novembre e verrà adottata, per un significativo numero di celle, una tecnica in grado di garantire l’immediata rimessa in marcia dello stabilimento, della quale Alcoa si assume l’onere economico.

”Alcoa è uno dei casi aziendali che seguo più da vicino – ha detto il ministro Passera – Vi garantisco il mio impegno personale diretto a trovare una soluzione”.

Cortei e manifestazioni. Parallelamente al corteo a Roma gli operai Alcoa hanno indetto uno sciopero di 24 ore bloccando la produzione. In mattinata i manifestanti si sono mostrati più bellicosi lanciando bombe carta, petardi e fumogeni contro il ministero in via Molise. Sono seguiti scontri con la polizia, che ha schierato un migliaio di agenti. Una delegazione di 33 fra sindaci sardi e delegati sindacali è entrata al ministero per partecipare all’incontro con il ministro Corrado Passera sulle sorti dell’azienda.

Gli scontri tra polizia e operai Alcoa sono iniziati lunedì mattina con il tentativo di deviare il percorso del corteo. Un mezzo della Guardia di Finanza è stato danneggiato. Sia la manifestazione che lo sciopero sono stati indetti e sono guidati dalle delegazioni sindacali di Cgil, Cisl e Uil e 23 sindaci dei maggiori centri del Sulcis-Iglesiente, fra cui Carbonia.

Elsa Fornero, ministro del Lavoro, ha detto da Torino: “Noi siamo vicini ai lavoratori dell’Alcoa e ci sentiamo di spiegare loro lo sforzo che il governo sta facendo per cercare di tenere in piedi quei posti di lavoro, ma devono essere sostenibili economicamente, cioè non possono essere tenuti in piedi così. Non ci preoccupa la manifestazione, ci preoccupa tutto il problema dell’Alcoa”.

Il responsabile delle politiche economiche del Pd, Stefano Fassina, è stato aggredito verbalmente da alcuni manifestanti: “Bastardi, ci avete deluso”, gli hanno gridato.