Aleppo cimitero a cielo aperto: bombe grappolo e termobariche distruggono organi interni FOTO-VIDEO

di redazione Blitz
Pubblicato il 30 Settembre 2016 - 06:20 OLTRE 6 MESI FA
Bombe a grappolo e termobariche distruggono organi interni12

Ansa

ALEPPO – Aleppo era una città considerata patrimonio dell’umanità. La città che sorge nel nord della Siria al confine con la Turchia, era una città antica ricca di strade strette. Oggi, come scrive il Daily Mail , è il più grande ossario al mondo. Non c’è più un centro culturale o commerciale aperto ed è un luogo estremo ricco di violenza e morte. Un inferno in cui esplosivi, sostanze chimiche e  pioggia di fuoco dal cielo, uccidono ogni settimana centinaia di persone, rendendo i suoi abitanti monchi o dei senza tetto.

Per quattro lunghi anni le forze governative siriane hanno assediato e polverizzato la città, con lo scopo di schiacciare i ribelli che qui hanno le loro basi. Ma in quelle aree ci sono però circa 300mila i civili. Ogni giorno da qui arrivano immagini terribili, con famiglie innocenti che cercano di farsi aiutare.

Nell’ultima settimana, i bombardamenti si sono drammaticamente intensificati. Il presidente siriano Bashar al-Assad, sostenuto dalla potenza aerea del suo alleato Vladimir Putin e dall’Iran, ha lanciato un attacco aereo di proporzioni catastrofiche.  Aleppo, da qualche giorno è stata rasa al suolo dopo i tentativi di tregua dei giorni scorsi. Jet, elicotteri,  lanciarazzi sia russi e siriani, per ore e ore stanno colpendo la città. le bombe lasciano sul posto schegge e prodotti chimici che devastano intere aree. Tra queste, le famigerate bombe a grappolo che contengono sostanze mortali incendiarie come il fosforo bianco e napalm.

Le forze che attaccano Aleppo utilizzano bombe termobariche terra-penetranti che succhiano l’ossigeno dall’aria e dai polmoni della gente per creare un’esplosione intensamente calda, i cui effetti sono così devastanti e potenti, secondo solo alle bombe nucleari.

L’Onu intanto, indica come “crimini di guerra” quelli commessi, aprendo un varco per un giudizio sui responsabili di fronte ai tribunali internazionali. “Siamo chiari: coloro che usano armi sempre più distruttive, sanno quel che fanno. Sanno di star commettendo crimini di guerra”, ha detto Ban Ki-moon nel corso di una riunione del Consiglio di Sicurezza.

“Immaginate quale distruzione viene compiuta: perone con gli arti troncati, bambini feriti senza soccorso. Pensate a un mattatoio, a un macello: cio’ che abbiamo davanti adesso e’ peggio”. Lo scorso mese di maggio era stato lo stesso Consiglio di sicurezza ad adottare una risoluzione per la protezione di strutture mediche e operatori sanitari, ma ciò non è servito a nulla in conflitti come quello in Siria e in Yemen: “La legge internazionale è chiara: medici, infermieri, infrastrutture e trasporti di questo genere vanno risparmiati, così come i feriti, siano civili o militari”, ha sottolineato Ban.

Il 95% del personale medico presente ad Aleppo prima del conflitto, ha concluso, “è fuggito,è stato arrestato o ucciso. Si deve agire, Si deve accertare le responsabilità”. I bambini uccisi ad Aleppo sono 96 e 226 quelli rimasti feriti solo da venerdì scorso. Questa è l’ultima conta aggiornata fornita dall’Unicef. L’Occidente mette sul banco degli imputati Mosca, accusandola di non fare nulla per fermare i raid di Bashar Assad. Gli Stati Uniti hanno minacciato di congelare il coordinamento delle operazioni militari sul fronte in Siria con le forze russe se Mosca non farà “passi immediati” affinché si fermino i jet che spargono terrore e morte su Aleppo, ha detto il segretario di Stato John Kerry.

La decisione metterebbe fine all’iniziativa per la “realizzazione di un Centro di comando congiunto” sul terreno del confronto militare con Al Nusra e l’Isis. Se la Russia non fermarà Assad, ha avvertito il titolare della Farnesina, Paolo Gentiloni, “sarà inevitabile una rottura diplomatica. Tutto questo per assecondare un dittatore sulla via del declino?” Il Cremlino, però, non sembra disposto ad abbandonare lo storico amico. Le dichiarazioni sulla possibilità di imporre alla Russia nuove sanzioni per la situazione in Siria, ha fatto sapere, “causano una profonda incomprensione, specialmente tra coloro che conoscono il vero stato delle cose, la situazione reale circa la realizzazione degli impegni indicati negli accordi russo-statunitensi”. A parlare è stato il portavoce di Vladimir Putin, Dmitri Peskov, dopo che l’omologo Usa, Josh Earnest, aveva ipotizzato ulteriori possibili nuove sanzioni, sottolineando comunque che Washington non è intenzionata ad agire in modo unilaterale ma in coordinamento con i suoi alleati. Peskov ha poi denunciato che “l’ossessione per la politica sanzionatoria non ha portato a nessuno nulla di buono” (foto Ansa).