Alice Gruppioni, la zia e il suocero sul luogo della tragedia (foto)

di Redazione Blitz
Pubblicato il 7 Agosto 2013 - 01:35 OLTRE 6 MESI FA

LOS ANGELES – ”E’ stata derubata della sua vita proprio mentre viveva il sogno di una luna di miele negli Stati Uniti ed è stata una tremenda ingiustizia. Alice era una persona straordinaria che lavorare per realizzare i suoi sogni”. A parlare è Katia Gruppioni, la zia di Alice,  la ragazza investita ed uccisa a Venice BeachNathan Campbell dal pirata della strada , mentre si trovava in viaggio di nozze negli Stati Uniti.

Con lei, ha visitato il luogo della tragedia Piero Casadei, il padre di Christian, il marito di Alice rimasto ferito a seguito del tragico incidente (foto Ap/LaPresse)

Nelle ultime ore, nel tratto di passeggiata mare dove Alice ha trovato la morte e altre undici persone sono state ferite, la vita ha ripreso a scorrere e i turisti a camminare tra le bancarelle e gli artisti di strada, ma sul marciapiede, un mazzo dopo l’altro, un biglietto di condoglianze dopo l’altro, una candela dopo l’altra, si è formato una sorta di mausoleo in ricordo di Alice.  

Due artiste di strada, con l’intento di regalarlo ai suoi parenti, hanno dato il via una creazione di gruppo, un quadro, coloratissimo, dove ognuno può dare la sua pennellata, il suo contributo al ricordo commosso di Alice da parte della pittoresca comunità di Venice Beach. Uno dei testimoni oculari, che lavora facendo finti tatuaggi ai turisti, ricorda: “E’ stato un attimo, lei non ha potuto fare niente, non credo nemmeno se ne sia accorta. L’ho vista per terra, immobile, ho temuto subito che non ci fosse niente da fare. C’era sangue ovunque, credo le uscisse dalla testa. Ho fermato il ragazzo, il marito, ho cercato di rassicurarlo e non sapevo se permettergli di avvicinarsi alla ragazza, è stato terribile vederla così, ma alla fine l’ho lasciato andare. Non dimenticherò mai quanto accaduto: è stato terribile”.

La gente passa, cammina, si ferma, legge, domanda, scuote la testa. Una coppia di italiani in vacanza si dice esterrefatta. “Erano in luna di miele: una tragedia e penso ai genitori che hanno visto partire due figli e ne hanno visto ritornare solo uno”. E sono commossi anche gli abitanti di Venice. Lasciano un fiore, pregano ed hanno dato il via a una raccolta di fondi per i famigliari delle vittime.