Ankara: “Non distruggete gli alberi”. Battaglia tra giovani e polizia a Gezi Park

Pubblicato il 31 Maggio 2013 - 19:36 OLTRE 6 MESI FA

ANKARA (TURCHIA) – Era iniziato come una protesta di cittadini contra la distruzione di un parco, il Gezi Park di Taksim, e dei suoi 600 alberi, nel cuore di Istanbul. Ma il movimento si fa ogni giorno di più simile alle rivolte della stagione degli indignados di Madrid, Londra o New York anche per protestare contro le restrizioni imposte sulla vendita degli alcolici.

Da lunedì 27 maggio ogni notte, prima centinaia di giovani, ora migliaia, si accampano nel parco, per impedire la mattina ai bulldozer di sradicare gli alberi dell’ultimo polmone verde del cuore europeo della megalopoli del Bosforo, al posto del quale deve essere costruito un mega centro commerciale. All’alba ogni giorno i reparti anti-sommossa della polizia prendono d’assalto il parco, usando lacrimogeni, spray urticanti, cannoni ad acqua.

Nella giornata di giovedì 30 maggio, è stata gravemente ferita una ragazza. Oggi venerdì 31 maggio, i feriti sono stati un centinaio, per il crollo di una antica scalinata presa d’assalto dai giovani in fuga. Sono stati arrestati in 63, ha detto il governatore. E’ stato ferito anche il deputato curdo Sirri Sureya Onder, uno dei simboli della protesta, colpito sembra da un barattolo di lacrimogeni. “Non sta bene”, ha riferito il collega Ertugrul Kurcku.

Il parlamentare è stato nei giorni scorsi uno dei protagonisti della rivolta. Si è piazzato da solo davanti alle ruspe in movimento, mentre i giovani fuggivano incalzati dagli agenti, per bloccarle. Gli scontri a Gezi Park occupano ora le prime pagine della stampa turca. La rivolta contro i piani di trasformazione di Taksim – storico luogo simbolo della manifestazioni della sinistra laica turca – e contro l’inarrestabile cementificazione di Istanbul, governata dal partito islamico Akp del premier Recep Tayyip Erdogan, si sta trasformando in una protesta contro lo stesso capo del governo e il suo stile autoritario. Il movimento e’ appoggio di molti artisti e intellettuali turchi.

Il leader del Chp, il principale partito di opposizione, Kemal Kilicdaroglu, ha chiesto ai suoi deputati di presidiare il parco in difesa dei manifestanti. Lo stesso Kilicdaroglu – in uno scontro sempre più violento con Erdogan a un anno dalle politiche e presidenziali – giovedì è andato a Gezi Park per solidarietà con i giovani. La polizia ha risposto con un uso maggiore della forza.

Gli agenti hanno bruciato le tende dei ragazzi dopo averli buttati fuori dal parco. Erdogan, fedele alla linea del pugno di ferro con gli oppositori, ha annunciato ai manifestanti che la distruzione del parco non si fermerà, ”qualunque cosa facciate”. Il premier ha previsto che al posto dell’attuale piazza e del parco venga costruito oltre al centro commerciale, una ricostituzione di caserme ottomane e una moschea. Ed è solo uno dei progetti faraonici che Erdogan – ex sindaco di Istanbul – ha varato per la ‘sua’ città, di cui vuole fare una delle capitali del mondo. Nel giro di pochi anni Istanbul distruggerà e ricostruirà un terzo delle sue case, avrà l’aeroporto ‘più grande del mondo’, una nuova ‘enorme’ moschea, con i minareti più alti del pianeta, un nuovo ‘canale di Panama’ che sdoppierà il Bosforo, un terzo ponte fra Asia e Europa. Con una pioggia di miliardi che naturalmente fa gola a tanti.

Le immagini della protesta (foto LaPresse)