Anna Maria Lombardi: foto dell’arma e del momento del delitto di Apricena

di Redazione Blitz
Pubblicato il 28 Dicembre 2013 - 08:35 OLTRE 6 MESI FA

APRICENA (FOGGIA) – Anna Maria Lombardi avrebbe ucciso l’amante Angelo Radatti perché, anche se stavano insieme da 13 anni, lui non voleva lasciare sua moglie. Sono state le tracce biologiche a dare una svolta al delitto di Apricena, in provincia di Foggia.

Per questo dopo l’ennesima lite Anna Maria Lombardi, una vedova 42enne di Apricena (Foggia), si sarebbe scagliata contro il suo amante, Angelo Radatti, un imprenditore di 57 anni, colpendolo con rabbia 87 volte con un coltello e uccidendolo.

La donna, che era stata tra i primi sospettati dopo il ritrovamento del corpo il 7 dicembre scorso, è stata fermata dai carabinieri sulla base di un provvedimento emesso dalla procura di Foggia.

Ad incastrarla ci sono le tracce biologiche riscontrate dal Ris su un paio di guanti in lattice di cui la donna si era liberata subito dopo l’omicidio: sull’esterno dei guanti sono state individuate tracce del sangue dell’imprenditore assassinato, all’interno il dna della donna.

Secondo la procura, quindi, Lombardi avrebbe agito con premeditazione, e per questo è accusata di omicidio volontario aggravato. Ad incastrarla, consentendo ai carabinieri di recuperare i guanti, ci sono le immagini di una telecamera di sicurezza di una abitazione privata che la ritraggono a poca distanza dal luogo dell’omicidio mentre butta i guanti sul ciglio della strada.

Il corpo dell’uomo, che era titolare di una ditta di autospurgo di Apricena (Foggia) era stato trovato lungo un tratto delle campagne di Poggio Imperiale (Foggia), all’interno della Fiat Punto della vittima parzialmente data alle fiamme dall’omicida nel tentativo di cancellare prove. A bordo, gli investigatori avevano anche recuperato l’arma usata, un coltello con una lama lunga 10 cm.

Le modalità dell’omicidio, l’arma bianca usata e il rabbioso accanimento con cui erano stati inferti i numerosi colpi, avevano fatto subito indirizzare gli investigatori sul movente passionale malgrado la vittima avesse qualche vecchio precedente. Anna Maria Lombardi era stata tra le persone sentite dagli investigatori ed era stata subito sospettata perché erano emerse incongruenze nella sua testimonianza.

Secondo gli investigatori, vedova e madre di due figli, la donna avrebbe reagito con furia all’ennesimo rifiuto dell’uomo di separarsi dalla moglie. Nel corso delle indagini, è emerso anche che Radatti alla fine dello scorso novembre aveva temuto di essere stato avvelenato con un cappuccino che la donna gli aveva offerto durante uno dei loro incontri.

Foto Ansa