Arabia Saudita giustizia sciita: Iran, assalto ambasciata

di redazione Blitz
Pubblicato il 2 Gennaio 2016 - 15:14| Aggiornato il 3 Gennaio 2016 OLTRE 6 MESI FA
Arabia Saudita giustizia imam sciita. Ira Iran, Libano...

Arabia Saudita giustizia imam sciita. Ira Iran, Libano…

ROMA – Il 2016 di Riad si apre con 47 esecuzioni a morte, tra cui quella di un imam sciita. Ma la notizia travalica i confini dell’Arabia Saudita e fa esplodere un ennesimo caso di tensione nel delicatissimo equilibrio del Medio Oriente. I sauditi sono sunniti, sono alleati dell’Occidente ma al tempo stesso tempo vengono accusati di simpatie (quando non di finanziamento) per l’Isis. Gli sciiti sono l’Iran, lo Yemen, è Hezbollah in Libano, sciiti ce ne sono anche in Iraq e Siria.

Ecco perché l’esecuzione di 47 persone (“terroristi” secondo Riad) e dell’imam sciita accendono le proteste nel mondo arabo. Nella serata di sabato è arrivata la notizia che l’ambasciata saudita in Iran, a Teheran, è stata assaltata in seguito a una violenta protesta partita dai social network.

Le persone messe a morte, secondo l’accusa, erano state condannate per aver progettato e compiuto attacchi terroristici contro civili.

Tra le 47 persone figura anche il religioso sciita Nimr al-Nimr, che era stato condannato a morte l’anno scorso per sedizione.  Arrestato a luglio del 2012, era uno dei leader principali delle proteste sciite nella parte orientale del paese.

L’esecuzione di Nimr al-Nimr potrebbe innescare nuovi disordini nella minoranza sciita del regno, in gran parte concentrata nell’est del paese, e in Bahrein, dove dal 2011 gli sciiti chiedono maggiori diritti. Al-Nimr, 55 anni, è stato uno strenuo oppositore della monarchia sunnita del Bahrein che represse duramente le proteste del 2011. Riad mandò le sue truppe per aiutare a schiacciare la rivolta, temendo un contagio all’interno dei suoi confini.

Amnesty International aveva definito la condanna a morte del religioso sciita come parte di una campagna condotta dalle autorità saudite per “reprimere ogni dissenso”.  Prima del suo arresto nel 2012 al-Nimr aveva detto che la gente non vuole governanti che uccidono o compiono ingiustizie contro chi protesta. Il religioso non ha negato le accuse politiche contro di lui, ma ha sempre affermato di non aver mai portato armi o incitato a compiere atti violenti.

Il movimento sciita libanese Hezbollah, alleato dell’Iran, ha detto di ritenere “gli Usa e i suoi alleati” come “responsabili” per le esecuzioni avvenute in Arabia saudita perché “coprono i crimini del Regno contro il suo popolo e quelli della regione”. “Chiediamo alla comunità internazionale di condannare il crimine commesso dall’Arabia Saudita”, si aggiunge in una nota di Hezbollah citata dai media libanesi.

“L’esecuzione di Nimr vi costerà cara”, ha tuonato il ministero degli Esteri iraniano. Durissimo l’ayatollah Ahmad Khatami, che ha denunciato la natura “criminale” della famiglia reale saudita e ne ha preconizzato la fine. “Non ho dubbi”, ha affermato, “che questo sangue puro macchierà la casa dei Saud e li spazzerà via dalle pagine della Storia”.

E’ stato attaccato il consolato saudita a Mashaad, nel nord dell’Iran: diversi giornalisti iraniani hanno pubblicato su twitter foto e filmati i cui si vedono alcuni dimostranti scalare la recinzione che protegge il consolato ed impossessarsi della bandiera saudita. Nelle immagini si vedono anche divampare delle fiamme.

A Teheran, i manifestanti hanno usato bottiglie molotov, sono riusciti ad entrare nella sede diplomatica, hanno devastato e bruciato alcune stanze, prima di essere allontanati dalla polizia. Tardivo l’intervento del ministro degli Esteri: “Non attaccate l’ambasciata saudita”. Alla fine, secondo fonti dell’agenzia iraniana Tasnim, le forze dell’ordine hanno arrestato alcuni dei responsabili dell’assalto. Secondo l’agenzia semiufficiale Mehr, la mobilitazione dei manifestanti sarebbe partita da una vasta chiamata sui social network.

Tiepida la reazione degli Usa che all’alleato saudita dicono: “In questo momento le tensioni vanno attenuate non alimentate – dichiara il portavoce della diplomazia americana John Kirby – bisogna permettere che manifestazioni di protesta si svolgano in modo pacifico”. Gli Stati Uniti si dicono preoccupati per l’esecuzione dell’imam sciita Nimr al-Nimr, che – afferma un portavoce del Dipartimento di Stato – può esacerbare le tensioni settarie nella regione mediorientale”.

(Le foto dell’assalto all’ambasciata saudita a Teheran, foto Ansa).