Bartolomeo Gagliano, serial killer fugge dal carcere: in Liguria caccia all’uomo

di redazione Blitz
Pubblicato il 18 Dicembre 2013 - 14:46 OLTRE 6 MESI FA

GENOVA – Ha fermato all’alba un panettiere a Savona, minacciandolo con una pistola e si è fatto portare in auto a Genova dove doveva rientrare in carcere dopo un permesso-premio, poi ha fatto perdere le sue tracce. Protagonista Bartolomeo Gagliano, 55 anni, serial killer accusato di tre omicidi: due prostitute e un omosessuale.

Gagliano, siciliano di origine e residente a Savona, ha bloccato verso le 6 il commesso mentre stava ultimando le consegne per conto del panificio e, sotto la minaccia di una pistola, lo ha costretto a risalire in auto per recarsi a Genova. Prima di partire, però, ha caricato in auto tre borse. Giunti a Genova, Gagliano ha fatto scendere il commesso in via De Marini e si è allontanato con l’auto. Il pluriomicida è ricercato per rapina e evasione.

Tre omicidi, un tentato omicidio, svariate evasioni. La carriera criminale di Gagliano inizia nel 1981. Polizia e carabinieri considerano l’evaso “molto pericoloso”. Ha alle spalle tre omicidi e un tentato omicidio. Il primo delitto risale al 1981 quando uccise a Savona, sfondandole il cranio con una pietra, Paolina Fedi, di 29 anni, prostituta. Venne condannato a otto anni di manicomio criminale a Montelupo Fiorentino da dove evase nel 1989, assassinando poco dopo a colpi di pistola un transessuale uruguayano e un travestito e poi ferendo gravemente una prostituta. Azioni condotte assieme ad un complice, Francesco Sedda. La sua ‘firma’ sugli omicidi, ricordano gli inquirenti, era un colpo di pistola alla bocca. La sua carriera criminale è poi segnata da rapine, detenzione di armi, possesso di sostanze stupefacenti, aggressioni ed estorsioni. Era stato giudicato totalmente infermo di mente.

Gagliano con ogni probabilità ha deciso all’ultimo momento di non rientrare nella casa circondariale dopo il permesso premio. Ne sono convinti gli inquirenti che indagano sulla vicenda. Gagliano, infatti, martedì pomeriggio si è recato al dipartimento di salute mentale di Genova dove era seguito da tempo. La visita era già stata programmata, visto che l’uomo è anche stato dichiarato seminfermo di mente. Dopo è andato a trovare la madre a Savona. All’inizio della detenzione il serial killer aveva dato seri problemi: cercava sempre la rissa, era violento e conflittuale con gli altri detenuti e le guardie penitenziarie. Negli ultimi tre anni, invece, si era calmato e aveva tenuto una condotta regolare.

“Non ce lo aspettavamo, negli ultimi tempi il suo atteggiamento era molto migliorato. E’ una decisione che ci ha stupiti”. Così Salvatore Mazzeo, direttore del carcere genovese di Marassi, commenta la fuga di Bartolomeo Gagliano. Per lui era il terzo permesso premio e lo aveva ottenuto per motivi familiari: doveva andare a trovare la madre a Savona. Gagliano deve scontare un fine pena residuo di un anno per rapine varie. Negli ultimi tre anni, spiegano fonti penitenziarie, aveva tenuto una condotta esemplare tanto che la direzione del carcere di Marassi aveva pensato di inserirlo in uno dei progetti lavorativi.

Il ministro Cancellieri: “Si tratta di un episodio gravissimo che richiede un accertamento molto rigoroso. Faremo chiarezza ed individueremo eventuali responsabilità.Si tratta di un episodio gravissimo che richiede un accertamento molto rigoroso. Inutile negare che questo rischia di essere un duro colpo a quanto stiamo facendo per rendere il carcere un luogo più civile e in grado di assolvere alla propria funzione rieducativa. Faremo chiarezza – assicura Cancellieri – ed individueremo eventuali responsabilità. Fatti di questo genere non possono e non devono accadere.”

Bartolomeo Gagliano

Bartolomeo Gagliano