Bersani e i tre scudieri: pugno chiuso comunista o… gioiosa esultanza?

di Warsamè Dini Casali
Pubblicato il 5 Dicembre 2012 - 13:18 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – La foto di Bersani e i suoi scudieri immortalati col pugno chiuso, sorridenti e orgogliosi subito dopo la vittoria del segretario Pd alle primarie, non è piaciuta a Monsignor Fisichella ed è stata occasione di una polemica invero piccola piccola. E’ quel pugno chiuso che non va giù al monsignore, è quel passato che non muore, il comunismo che riaffiora sotto il travestimento democratico. Ma davvero quel pugno è destinato a impiccare per sempre chi lo agita all’albero del socialismo reale? Nel Pd l’hanno presa infatti a ridere, tanto è vero si sono sbizzarriti, senza mai pronunciare il nome di Fisichella, a riempire il sito di partito di fotografie con numerosi personaggi non sospettabili di simpatie “compagne”, da De Gasperi a Obama, dal cardinal Bertone a Angela Merkel, fino a i titolari del pugno chiuso più famoso della storia non comunista, Tommie Smith e John Carlos col guanto nero a Messico ’68. Il tutto musicato con una soundtrack che più nazionalpopolare (in senso gramsciano ovviamente) non si può: “Una carezza in un pugno” di Adriano Celentano.

Guardando bene la foto incriminata, in effetti, Alessandra Moretti (portavoce di Bersani), Roberto Speranza (coordinatore), Tommaso Giuntella (coordinatore dei giovani), i tre giovani scudieri del segretario alzano un pugno davvero poco aderente all’ortodossia comunista. Braccia poco tese (a proposito, non è la stessa cosa di quelle al Campidoglio di Alemanno sindaco), innalzate a gesto di vittoria, uno piegato a L, gli altri due allargati a compensare l’abbraccio che stringe il capo, il più sorridente di tutti. Come dopo un gol. Sotto il profilo della nostalgia canaglia, allora, varrebbe la pena soffermarsi di più sulle due uniche cravatte in posa, rosse come la bandiera.

Alessandra Moretti, portavoce che non passerà inosservata e non solo perché entrerà nella squadra di governo (Fabrizio Roncone del Corriere della Sera scomoda addirittura Carole Bouquet), è piuttosto seccata quando viene sollecitata sul tema dal giornalista: “No no, guardi… non c’era niente di comunista in quel mio pugno chiuso…”. Giuntella invece assicura che esulta così ogni volta che segna Totti o quando è lui stesso a segnare al campetto della parrocchia. Nessuna rivendicazione di pugno chiuso quindi (e ci mancherebbe), anche da parte dell’altro quotidiano del Pd, Europa, che però, con il graffio di Robin, un pugno simbolico lo affibbia al monsignore sospettoso: “Preferiva le carezze di Ruby”.