Blu cancella suoi murales: “Troppi magnati qui magnano” FOTO

di Redazione Blitz
Pubblicato il 14 Marzo 2016 - 12:31 OLTRE 6 MESI FA

BOLOGNA – A Berlino lo street artist Blu, segnalato nel 2011 dal Guardian fra i primi dieci al mondo, nel 2014 cancellò due grandi murales. A Bologna, Blu ha deciso di fare di peggio: far sparire tutti i suoi dipinti, in un’azione contro chi ha deciso di metterlo in una mostra suo malgrado.

E’ sparita così #NelgrigiodipintodiBlu – hashtag dell’azione per la vernice grigia usata – la grande ‘battaglia’ delle periferie esistenziali di Bologna che adornava il centro sociale Xm24. Solidale con Blu anche il ‘collega’ Dem, che ha fatto cancellare anche i propri disegni dalla fiancata. Nella rotonda, che nacque più piccola accanto all’Xm24 proprio per salvare il murale di Blu, si è radunata una piccola folla che ha seguito i lavori di smantellamento.

“A Bologna non c’è più Blu – scrive lui stesso sul proprio blog – e non ci sarà più finché i magnati magneranno”. Poche parole linkate a un articolo del collettivo di scrittori Wu Ming, che parla di “un’azione contro il ricco e potente che porta via la street art dalla strada”: il 18 marzo apre infatti la mostra ‘Street Art. Banksy & Co’ che, promossa da Genus Bononiae con la Fondazione Carisbo, espone anche opere staccate da diversi muri cittadini, “con l’obiettivo dichiarato di ‘salvarle’ ma trasformandole in pezzi da museo”.

Chi appoggia Blu parla anche di “privatizzazione”, non solo della street art, ma di “un pezzo di città”, costretta a cambiare anima. C’entra anche l’amministrazione del sindaco Pd Virginio Merola che da tempo sostiene una campagna di ripulitura del centro dai graffiti e che oggi commenta che la scelta di Blu “non è né giusta né sbagliata”, ma un linguaggio d’arte per protestare contro una mostra, che rischia però di lasciare Bologna “più povera”.

Per l’assessore Amelia Frascaroli, anima più di sinistra della Giunta, il gesto di Blu “è una grande perdita” e pone domande: può “voler dire che l’arte dei ricchi rischi di cancellare quella dei poveri”. Qualche ‘ripulitore’ ha rischiato un po’: “Siamo stati denunciati mentre aiutavamo Blu”. I carabinieri sono inoltre intervenuti in via Capo di Lucca (un passante ha visto un gruppetto che copriva il murale di un grosso roditore), ma i ragazzi erano già andati via.

La mostra è stata voluta da Fabio Roversi Monaco, ex rettore ed ex presidente della potente Fondazione bancaria, messo sotto accusa da Blu e da Wu Ming, come “l’amico del centrodestra e del centrosinistra” in “una città che da un lato criminalizza i graffiti, processa writer sedicenni, invoca il decoro urbano, mentre dall’altro si autocelebra come culla della street art e pretende di recuperarla per il mercato dell’arte”.

La critica sociale si innesta così  sulle polemiche culturali pro e contro la museificazione dell’arte di strada. E oggi c’è chi, pure d’accordo con Blu, rileva che la sua azione finirà per dare più visibilità alla mostra. Le foto Ansa che ritraggono Blu che cancella i suoi murales.