Buco nero vorace: un “doppio rutto” dopo lo spuntino stellare FOTO

di Veronica Nicosia
Pubblicato il 12 Gennaio 2018 - 10:10 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Due potentissime esplosioni di gas da un buco nero sono state osservate nel centro di una galassia distante 800 milioni di anni luce dalla Terra. Un “doppio rutto”, come lo ha definito ironicamente la Nasa, che con il suo telescopio spaziale Chandra ha scattato la foto del singolare evento nello spettro dei raggi X.  Che i buchi neri siano degli oggetti celesti ghiotti è noto e le due esplosioni sarebbero collegate proprio alla loro voracità: il buco nero nel centro della galassia SDSS J1354+1327 avrebbe infatti inghiottito stelle e gas per poi liberare le due emissioni di energia osservate.

L’immagine che è stata pubblicata anche dal sito della Nasa nasce dalla fusione dei dati ottenuti da Chandra nello spettro dei raggi X , che nella foto appaiono in viola, e dal telescopio spaziale Hubble, che nella foto sono i colori rosso, verde e blu. I dati raccolti dai telescopi spaziali hanno permesso di individuare un buco nero supermassivo, che ha una massa milioni o miliardi di volte superiore a quella del nostro Sole. Proprio il buco nero dopo aver inghiottito del materiale stellare, lo ha espulso sotto forma di potenti getti di energia, un fenomeno cosmico noto col nome di “feedback”. Julie Comerford, ricercatrice dell’Università del Colorado, nel corso 231° incontro della Società americana di astronomia ha commentato:

“I buchi neri sono voraci divoratori, ma oggi abbiamo scoperto che non hanno proprio delle buone maniere a tavola. Sono molti gli esempi di buchi neri che “ruttano” una volta, ma in questo caso siamo in presenza di una galassia con un buco nero supermassivo che ha registrato ben due esplosioni. Si tratta di un comportamento che gli astronomi chiamano “feedback”. Un buco nero è una regione di spazio-tempo che ha un campo gravitazionale così intenso e potente da impedire a qualsiasi cosa di sfuggire dalla sua gravità, inclusa la luce. Dopo aver osservato la prima ondata di emissioni di gas verde-blu, gli scienziati della Nasa si sono accorti che nello scatto c’era qualcosa, un’imprecisione, che poi si è rivelata una seconda emissione, avvenuta ovviamente a decine di migliaia di anni di distanza dalla prima. Questo “rutto” in realtà viaggia molto più velocemente del primo”.